Lega si prepara allo scontro interno ai congressi regionali

Ormai volano gli stracci tra il famigerato “cerchio magico” di Bossi e gli esponenti maroniani del Carroccio. La frase del Senatùr, che ha dato dello “stronzo” all’amatissimo sindaco di Verona, Flavio Tosi, non è andata proprio giù nè alla base, che guarda allibita a questi accadimenti, nè tanto meno al ministro dell’interno, Roberto Maroni, che per evitare di fare precipitare la situazione non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito. Ma è evidente che la tensione è altissima, a tal punto che rischiano di non essere celebrati i congressi regionali di Lombardia e Veneto, ossia le due regioni più importanti per la Lega Nord. Troppe le divisioni e c’è il serissimo pericolo di eleggere l’uno o l’altro segretario, con la netta opposizione sulle barricate della controparte.

Di certo c’è che Bossi non potrà espellere Tosi, come avrebbe in mente e come ha anche esternato nella celebre frase poco “british” di due giorni fa. Lo dicono in tanti e lo pensano anche tra gli elettori: se Tosi venisse espulso dalla Lega, verrebbe giù il mondo.

Ecco, perchè Bossi e il cerchio magico potrebbero giocare la carta dei commissariamenti in Lombardia e Veneto, per evitare che si inaspriscano le tensioni già fortissime sul territorio. In alternativa, potrebbe essere presentata la candidatura di Marco Reguzzoni, già oggetto di un veto di Maroni, che non lo vuole come capogruppo del Carroccio alla Camera. Ma la candidatura di quest’ultimo sarebbe considerata una sfida aperta ai maroniani, per cui è probabile la via del commissariamento. La vera sfida, allora, si potrebbe spostare alle urne, specie se saranno anticipate alla prossima primavera.

Maroni, infatti, non controllerebbe ancora il partito e a compilare le liste sarebbero Bossi e i suoi, che non è un caso non smaniano per cambiare legge elettorale, come, invece, vorrebbe fare Maroni. Questo, però, dovrebbe puntare in ogni caso a conquistare pezzi importantissimi di territorio nel lombardo-veneto per non rimanere impotente e inascoltato quando, al più tardi nel 2013, si andrà a votare.

E l’ennesima grana per i leghisti si è aggiunta ieri, con la Cassazione che ha bocciato in toto lo spostamento dei ministeri a Monza, pur trattandosi, come sappiamo, di un espediente puramente mediatico che la Lega si era giocato in campagna elettorale.

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