Eurogruppo sblocca aiuti alla Grecia, ma FMI rinvia questione

La buona notizia è che i ministri economici e finanziari dell’Eurozona, che ieri si sono riuniti a Bruxelles, per affrontare per l’ennesima volta il problema della crisi finanziaria, hanno dato il loro ok per lo sblocco della sesta tranche degli aiuti alla Grecia. Si tratta di 8 miliardi, che rientrano all’interno del mega-prestito da 110 miliardi che era stato deciso un anno e mezzo fa.

Tuttavia, il bicchiere mezzo vuoto della situazione è che il Fondo Monetario Internazionale, che con l’Europa e la BCE fa parte della troika dei creditori, non si pronuncerà fino alla fine del mese e potrebbe anche esprimersi agli inizi di novembre. Questo, perchè già nei giorni scorsi da Washington sono stati espressi diversi dubbi sulla sostenibilità del debito ellenico e si vorrebbero studiare meglio le cifre.

Ma anche l’Eurozona si attende segnali da Atene, chiedendo che si proceda più intensamente alle riforme strutturali e al piano delle privatizzazioni da 50 miliardi di euro, da tempo promesso, ma mai iniziato da parte del governo Papandreou.

La UE sborserà 5,8 degli 8 miliardi della sesta tranche, per cui Atene potrà in ogni caso tirare un sospiro di sollievo, avendo allontanato di qualche mese lo spettro del default.

E si discute anche di come fare partecipare le banche al salvataggio della Grecia. I titoli ellenici in loro possesso potrebbero subire una decurtazione del loro valore nominale, di gran lunga superiore al 21% già stabilito lo scorso 21 luglio. Si parla di un rimborso del 40-50%, quindi, di un “haircut” del 50-60% del valore nominale dei bond.

Altra questione di forte divisione resta il Fondo europeo di salvataggio, l’Efsf. La Francia lo vorrebbe trasformare in una banca, in modo che possa attingere ai fondi della BCE. L’idea dà il voltastomaco ai tedeschi, che temono che possano essere violati i Trattati, che impediscono alla BCE di intervenire sul mercato primario dei bond. Siamo lontani da una soluzione condivisa.

 

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