Una separazione – Recensione

Quando gli equilibri saltano e una giovane coppia non riesce più ad essere felice, perché logorata dalle difficoltà della vita quotidiana, frustrata dalle incomprensioni che intercorrono con l’altro coniuge, preoccupata per le differenze sociali, derivanti dal vivere in una terra, l’Iran, dove uomini e donne non hanno gli stessi diritti e doveri e dove il sesso femminile soffre di un’evidente mancanza d’indipendenza e rispetto, e per le condizioni economiche non sempre ottimali per assicurare un futuro sereno alla famiglia, è naturale pensare che la soluzione più semplice sia quella di abbandonare per un certo tempo il tetto coniugale, riappropriandosi della propria individualità.

Diretto dal regista Asghar Farhadi, vincitore nel 2009 dell’Orso d’Argento per il film “About Elly” e quest’anno dell’Orso d’Oro per “Nader and Simin, A separation“, titolo italiano “Una separazione“, racconta la storia di Nader (Peyman Moadi) e di sua moglie Simin (Laila Hatami) che stanchi dei loro problemi matrimoniali decidono di divorziare. La donna, desiderosa di espatriare e lasciare per sempre Tehran, e di vivere finalmente un’esistenza dignitosa e libera da ogni condizionamento religioso e psicologico, vorrebbe portare con sè la figlia dodicenne Termeh (Sarina Farhadi), ma la ragazzina decide di restare con Nader, che non vuole abbandonare il padre malato di Alzheimer, interpretato dall’attore Ali-Asghar Shahbazi, perché bisognoso di cure.

Dal momento che l’uomo è impossibilitato a restare a casa da solo, mentre il figlio è al lavoro, Nader assume una domestica con il compito di occuparsi del padre. Razieh (Sareh Bayat), questo è il suo nome, accetta l’incarico affidatole, pur essendo incinta e con una figlia di cinque anni da accudire. Un giorno però, a causa di una sua mancanza nei riguardi dell’anziano, litiga animatamente con Nader, perdendo il bambino che porta in grembo. Tutto ciò sconvolgerà ulteriormente le vite di entrambi.

Una separazione” ha il pregio di impiegare la telecamera “a mano” con intelligenza, sostando intensamente sui volti sofferenti dei personaggi, cercando di scandagliare i posti più reconditi del loro essere, per scoprire tutto quello che si nasconde sotto la superficie, le loro emozioni, i loro sentimenti, le loro paure, legate alle situazioni complicate che sono irrimediabilmente costretti a vivere. Primi piani strettissimi che catalizzano l’attenzione dello spettatore, che lo obbligano a non distogliere lo sguardo dalla drammaticità degli eventi rappresentati, facendo largo uso di scene in interni, aumentando sempre più il senso claustrofobico del tormento interiore, che dilania il cuore senza dargli pace.

Una separazione” è un film dove le protagoniste assolute sono le donne, fulcro attivo di tutta la vicenda, dove ci si commuove perché Termeh non sa chi scegliere fra i due genitori, perché è ancora presente l’amore fra Nader e Simin anche se è stato duramente compromesso dai loro dissapori, e perché a dispetto della terribile malattia che l’ha colpito, l’affetto per il nonno resta immutato. “Una separazione” è distribuito dalla Sacher Film di Nanni Moretti.

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