Berlusconi contro l’euro: “Non ha convinto nessuno”

Attacco all’Euro: questa volta non sono gli esponenti della Lega Nord a prendersela con la moneta unica europea, ma Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha lanciato un duro atto di accusa alla moneta europea nel corso degli Stati generale del commercio con l’estero: “C’è un attacco all’euro che come moneta non ha convinto nessuno, perchè è una moneta strana, non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario, nè una banca di riferimento e delle garanzie”.

L’atto di accusa del premier non si è certo fermato qui, con Berlusconi che ha spiegato come l’attacco speculativo in atto è dovuto al fatto che l’euro “è un fenomeno mai visto” e alle difficoltà di “collocazione dei titoli del debito pubblico”. “C’è grande tensione per gli spread – continua il Cavaliere – stamattina le aste hanno superato il 6% d’interesse, che graverà sulla nostra finanza. L’attenzione sull’Italia deriva da un attacco all‘euro che non ha convinto nessuno“.

Berlusconi si è poi concentrato sulla lettera portata all’Unione Europea, chiamando in causa l’opposizione che “non potrà non sostenere il pacchetto di misure concordate che l’Europa”: “Arriveremo al 2013 – assicura il premier -, abbiamo un programma preciso di riforme che metteremo in campo. Provvederemo a lavorare in questi 18 mesi e sono convinto che anche l’opposizione, dopo aver visto che il governo tiene, dovrà adeguarsi a questa esigenza di tutto il paese e ci renderà più facile la vita in Parlamento”. Prima del solito attacco ai magistrati (“ho speso un miliardo per i processi”), Berlusconi afferma la necessità di una riforma dell’architettura istituzionale “per vedere il nostro Paese in grado di confrontarsi con i competitor stranieri” e poi si lascia andare a uno sfogo dicendo di essere “invecchiato molto, ma non così tanto nel cervello”.

Il presidente del Consiglio rivela di “essere stanco” e di “avere molta voglia di lasciare”, ma se non lo fa, è solo per “senso di responsabilità”: “I protagonisti messi in campo dalla sinistra (Bersani, Di Pietro e Vendola) – dichiara -, divisa su tutto, mi fanno capire che devo restare per il senso di responsabilità verso il bene del Paese e dei miei figli”.

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