San Raffaele, ammissibile con riserva piano concordato

Il Tribunale di Milano ha ammesso la presentazione del piano di concordato che il cda della Fondazione Monte Tabor, la holding di riferimento del San Raffaele, aveva proposto un paio di settimane fa, per evitare che si desse seguito all’istanza di fallimento presentata dai Pm di Milano. La proposta del cda punta a fornire ai creditori un’alternativa al fallimento, attraverso la creazione di una Newco, a cui andrebbero tutti gli asset core del complesso del San Raffaele, dalle attività sanitarie a quelle di ricerca.

Tuttavia, lo stesso Tribunale ha eccepito alcune incongruenze, che se dovessero dimostrarsi valide nel tempo, potrebbero rappresentare un serio ostacolo al procedere del concordato. Secondo i giudici, infatti, vi sarebbe in conflitto di interessi, poichè la proposta deriva da un cda che è nelle mani di Ior-Malacalza, che sarebbero poi anche gli unici due soggetti, che al momento risultano essere interessati a rilevare le attività che convoglieranno nella Newco.

C’è il legittimo dubbio, secondo il Tribunale, che la proposta non sia stata effettuata tanto per andare incontro ai creditori, quanto per assicurarsi le condizioni migliori all’acquisto delle attività.

Ma gli stessi giudici non possono non prendere in considerazione, continuano, che tali attività sarebbero salvaguardate, insieme a 3800 posti di lavoro, proprio da un possibile acquisto da parte di Ior-Malacalza. E, dunque, sarà importante verificare nel corso delle trattative, se il cda prenderà o meno in seria considerazione eventuali altre proposte interessanti e vantaggiose. Se ciò non accadesse, l’intero piano di concordato potrebbe essere messo in discussione.

Adesso, si guarda con attenzione all’adunanza dei creditori per il 23 gennaio. Il piano prevede che la maggioranza accetti l’accordo, senza la cui approvazione esso non potrebbe essere attuato.

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