Renzi suona il “Big Bang” al PD, Bersani è finito

Si è chiuso con un grande successo mediatico la Leopolda bis, come viene definita la manifestazione organizzata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che per la seconda volta ha chiamato a raccolta i “suoi” nella ex stazione Leopolda di Firenze. Un’occasione, per ribadire le ragioni di un’area politica da lui capeggiata, nettamente contraria alla gestione della segreteria attuale di Bersani. E se qualcuno aveva voluto oscurarlo, organizzando una contromanifestazione a Napoli del PD, dal titolo “Finalmente Sud”, non solo non ci è riuscito, ma è caduto nell’errore di avere creato un tam-tam mediatico di botta e risposta tra Renzi e il resto del PD, che ha messo in risalto le ragioni del sindaco rottamatore. E si è sbagliato pure chi pensava che, tutto sommato, Renzi avrebbe bacchettato un pò la segreteria, ma senza infierire. Quello che è successo ieri non è lontano da quanto lo scorso anno era accaduto con Fini, che a Mirabello segnava la fine della coabitazione con il premier Berlusconi. Cambiano i personaggi, cambiano le ragioni ed è diverso il contesto, ma il titolo che Renzi ha voluto dare alla sua manifestazione è stato geniale e malizioso al tempo stesso: “Big Bang”.

Il nervosismo di Bersani era evidente ieri, quando senza peli sulla lingua affermava che le idee di Renzi sono vecchie dagli anni ’80. Le parole del segretario tradiscono una comunanza con le idee della sinistra radicale, che vede il sindaco di Firenze come fumo negli occhi.

Bersani è stato obbligato a riposizionarsi a sinistra, a fare l’uomo rassicurante dei vecchi equilibri post-comunisti dentro al PD, a diventare il megafono delle posizioni più oltranziste del suo stesso partito e semplice replicante di un leader alla Nichi Vendola.

Il “Big Bang” di Renzi ha fatto scoppiare il PD, lacerato da faide trasversali ai due vecchi partiti fondatori, DS e Margherita, ne ha dimostrato l’assenza di una cultura riformatrice, colmata solo da urla incessanti contro il governo. Il merito del rottamatore, quale che poi sia il suo obiettivo, è di avere palesato il difetto di un partito, che critica il governo per non essere prono alle richieste della UE, ma non chiarisce che esso lo sarebbe ancora meno, perchè impregnato di una cultura anti-mercato, che difficilmente lo porterebbe a varare misure riformatrici sul lavoro, sulle pensioni e sulle liberalizzazioni e privatizzazioni vere.

La Leopolda ha dimostrato che Bersani ha qualche problema!

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