Tesseramento PDL chiude con un milione di iscritti

Un dato positivissimo, specie se tiene in considerazione il momento drammatico in cui avveniva il tesseramento del Popolo della Libertà. Il segretario del partito, Angelino Alfano, ha comunicato che al 31 ottobre risultano essersi iscritte oltre un milione di persone, più che raddoppiando l’obiettivo iniziale dei 500 mila. Ha vinto la strategia della tessera a prezzo popolare, solo dieci euro come semplice aderente, mentre la quota di iscrizione saliva fino a 50 euro nel caso ci si volesse anche candidare per cariche di partito. Ma il successo è anche di quattrini, perchè pur ammettendo che tutte le tessere siano a soli 10 euro, il PDL avrebbe incassato complessivamente non meno di 10 milioni di euro, che non sono proprio noccioline in un momento in cui le elezioni politiche anticipate potrebbero essere alle porte. Ad attirare le iscrizioni, come ammettono gli stessi vertici del PDL, è stata l’idea dei congressi locali e nazionali, che trasformeranno nelle prossime settimane il “partito di plastica” a qualcosa di meglio strutturato.

Proprio gli equilibri locali potrebbero essere sconvolti, soprattutto nelle zone in cui i dirigenti locali hanno avuto scarsa sintonia con l’elettorato. Stando alle indiscrezioni nazionali, il tesseramento si sarebbe chiuso con un rapporto di 64 a 36 tra ex Forza Italia ed ex An. Ai primi sarebbero andate 700 mila tessere, ai secondi circa 400 mila.

Molto buono il risultato di La Russa in Lombardia, con circa 25 mila tessere contro le 30 mila di Formigoni e le 45 mila di Santanchè-Brambilla-Gelmini-Mantovani. Il record di tessere se l’è aggiudicate il Lazio, con quasi 280 mila iscritti, che si sarebbero spartiti in modo equo le due cordate, quella di Polverini-Cicchitto-Tajani e quella di Alemanno-Gasparri-Augello-Rampelli.

I congressi dovrebbero essere celebrati nelle prossime settimane, pare a partire da dicembre, partendo dai livelli provinciali, per poi giungere a quelli cittadini.

La tessera di base dei dieci euro consente solo l’elettorato passivo, ossia di votare per i candidati ai vari livelli. Ma l’altra grande novità che spariglierebbe le carte nel PDL saranno le primarie per la scelta dei candidati a sindaco, presidente della provincia e della regione, fino anche al candidato premier, come ha assicurato lo stesso Berlusconi qualche giorno fa. Novità attesissima dalla base, che da anni reclama una democrazia interna, in grado di selezionare dal basso e in modo trasparente coloro che poi andranno a governare i territori.

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