Deputati Pdl a Berlusconi: “Fai passo indietro”

“Un passo indietro”: è quello che chiedono sei deputati del Pdl al Premier Silvio Berlusconi. Un passo indietro per salvare l’Italia dalla crisi attraverso un governo con un sostegno più largo, guidato da una personalità interna alla attuale maggioranza come Gianni Letta o Giuseppe Pisanu. Dopo il vociare dei giorni scorsi, ora la lettera dei deputati del partito del presidente del Consiglio spunta fuori e arrivano anche le firme in calce: al momento sono sei e tra di loro ci sono alcuni nomi molto vicini al premier. Ci sono ad esempio Giorgio Stracquadanio, il fondatore de Il predellino online, e Isabella Bertolini, una delle più ferventi sostenitrici del berlusconismo; gli altri firmatari sono Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava e Giancarlo Pittelli.

Ma cosa chiedono a Berlusconi i deputati che sono stati con lui “sin dalla sua discesa in campo”? Al premier è chiesto di farsi “promotore di una nuova fase politica e di un nuovo governo che abbia il compito, da qui alla fine della legislatura, di realizzare l’agenda degli impegni sottoscritta con i partner europei e con essa le indicazioni venute all’Italia dalla Banca centrale europea”. In pratica i sei deputati del Pdl chiedono un passo indietro a Berlusconi, un comportamento da “uomo di stato”, perché questo secondo loro è l’unica possibilità di rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea.

Una posizione che potrebbe essere presto condivisa anche da altri onorevoli del Pdl: si parla, infatti, di almeno altri quattro deputati che erano pronti a firmare la lettera, ma che per motivi di opportunità non lo hanno più fatto. Il gruppetto punta ad allargarsi fino a venti unità, in modo da poter formare un gruppo autonomo in Parlamento, e intanto guarda con interesse alle mosse di Pierferdinando Casini che, secondo alcune indiscrezioni, è pronto a lanciare una nuova formazione politica la “Costituente dei moderati”.

La linea dei frondisti (anche se loro assicurano che non lo sono), fa il paio con quella sostenuta dal ministro Tremonti nel duro scontro di ieri con Berlusconi. Al presidente del consiglio che lo accusava di essere la causa dell’attuale situazione perché da tre anni  “sparla in giro del suo presidente del Consiglio”, il responsabile del Tesoro ha, infatti, ribattuto affermando che “il problema per l’Europa e i mercati, giusto o sbagliato che sia” è proprio il premier.

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