Uncharted 3: L’inganno di Drake

Per le opere videoludiche, come questo Uncharted 3: L’Inganno di Drake, si può parlare effettivamente di fusione tra cinema e gioco grazie ad un motore grafico assolutamente eccezionale ed una sceneggiatura assolutamente sopra le righe in termini di qualità e colpi di scena.

In Uncharted 3: L’Inganno di Drake troveremo il nostro amato protagonista Nathan alla ricerca di una città leggendaria legata al suo antenato Sir Francis Drake. La “metropoli” del passato in questione è Ubar, la Atlantide del Deserto, città che vide, come la sua controparte marina, l’ascesa di un potente e prospero popolo seguita dalla sua rovinosa rovina. Ovviamente, come in ogni avventura che si rispetti, dovremo vedercela con il cattivo di turno pronto a mettere le mani sul nostro stesso obbiettivo; l’inglese Katherine Marlowe, accompagnata dall’oscuro e spietato Talbot, sarà la nostra nemesi, questa volta è stata data molta enfasi alla figura del nemico mai come ora così ben delineata nelle sue sfaccettature.

L’immensa esperienza emotiva proposta da Naughty Dog viene comunque fruita attraverso una sistema di game play molto classico fatto di fasi esplorative, risoluzione di enigmi e fasi di shooting. Mentre tutte queste fasi erano alquanto bilanciate nei due primi precedenti capitoli ora ci ritroveremo a superare fasi esplorative e di risoluzione di enigmi nella maggior parte del gioco e vedremo relegate le sparatorie nell’ultima fase di epilogo.

Una grossa enfasi è stata data ai combattimenti corpo a corpo che ricordano molto da vicino titoli come Batman Arkham City e Batman Arkham Asylum, con la possibilità di poter abbattere gruppi di nemici alternando veloci combo e il contrattacco, tutto grazie alla pressione rispettivamente di quadrato e triangolo. Anche la fase shooting prende una ventata di dinamicità in più con la possibilità di rispedire una granata al mittente in caso di bisogno con il giusto tempismo e la pressione di un semplice tasto dedicato

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