Più tempo per fare la spesa in tempo di crisi, gli italiani sacrificano altri beni

La crisi aumenta il tempo che gli italiani dedicano a fare la spesa, spingendoli a dare più attenzione a cosa comprano. Questo il risultato di un sondaggio Coldiretti ed Swg che sul punto rimarca una inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Gli italiani sembrano tener molto in considerazione ciò che si mette a tavola, visto che vi investono ben il 19 per cento di tutta la spesa familiare (rispetto al 19,1 per cento per trasporti, combustibili ed energia) e sborsando nel 2010 circa 467 euro al mese per famiglia, un “peso” particolarmente sentito e ponderato in un momento di crisi come quello attuale. Secondo la Coldiretti, il 61 per cento degli italiani confronta con ritrovata attenzione i prezzi ed il 59 per cento si lancia prevalentemente alla ricerca delle famose offerte “prendi 3 e paghi 2”, mentre (fortunatamente) c’è un 43 per cento che controlla anche la qualità dei prodotti, così come una percentuale simile si spinge a verificarne la provenienza.

Nello studio si sottolinea come il riflettere per un tempo maggiore sulla spesa ha come risultato immediato dei maggiori risparmi e tra le righe si “caldeggia” lo shopping tra diversi negozi e supermarket, poichè i prezzi di una stessa marca e confezione, ad esempio di spaghetti, arrivano addirittura a triplicare da un negozio all’altro, quelli di yogurt e birra raddoppiano mentre il latte aumenta fino al 50 per cento.

Questa comparazione di prezzi tra 14 prodotti alimentari della stessa marca e tipologia, in differenti esercizi commerciali, secondo la Coldiretti ha evidenziato un’altissima variabilità. La conclusione evidente è quindi che si può arrivare anche a dimezzare i soldi spesi per i rifornimenti alimentari, mantenendo sia la qualità che le proprie preferenze per un dato prodotto/marca, semplicemente (si fa per dire) attivandosi per cercare l’offerta migliore tra i punti vendita disponibili, anche se il rovescio della medaglia è lo spreco di tempo e pazienza necessari per questo tipo di operazione. Oltre che la voglia di spender meno, quindi, secondo Coldiretti l’attenzione è puntata anche sul mantenimento della qualità dei cibi immessi sul mercato da imprese che in questo periodo potrebbero spingersi a contenere i costi per le materie prime. Soltanto il 16 per cento degli italiani dichiara di aver sacrificato la spesa o rimandato gli acquisti, una percentuale molto inferiore se confrontata con le rinunce fatte nell’acquisto di altri beni come l’abbigliamento, per il quale il 51 per cento hanno ridotto le spese, le vacanze (50 per cento) o i beni tecnologici (34 per cento).

La conclusione è che gli italiani dimostrano una rimarchevole consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione, anche a costo di sacrificare altro ed impegnare prezioso tempo per mantenere qualità e soddisfazione. Con buona pace di chi si limita a vedere i ristoranti sempre pieni.

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