Liberia, disordini e violenze alla vigilia del voto. Oggi i ballottaggi

Non sta procedendo secondo le attese la seconda parte della campagna elettorale per le elezioni presidenziali in Liberia. Oggi si svolge il ballottaggio per decidere chi tra la uscente Ellen Johnson-Sirleaf e il suo rivale Winston Tubman dovrà andare alla presidenza. Il primo turno ha assegnato la vittoria alla Sirleaf, con il 42% contro il 30% circa di Tubman. Tuttavia il clima nel Paese si è improvvisamente incupito e stavolta la Comunità internazionale ha svolto un ruolo tutt’altro che positivo. La campagna elettorale procedeva serenamente, fino a quando l’8 di ottobre, a soli tre giorni dalle elezioni, l’Accademia svedese assegna il Premio Nobel per la Pace alla presidente in carica Sirleaf. Questo ha determinato un fortissimo scontro politico, perchè lo sfidante diretto Tubman e i suoi sostenitori hanno considerato il gesto un intervento diretto nel voto da parte della Comunità internazionale al fine di sostenere la rielezione del capo di stato uscente.

Non solo. L’assegnazione del Premio Nobel ha fatto precipitare il Paese nella dura verità sulla ricostruzione dei fatti degli ultimi venti anni che hanno visto anche la Sirleaf coinvolta più o meno direttamente nel sostegno ad atti criminali e di violenza contro le avverse fazioni politiche.

E’ noto, ad esempio, come Johnson Sirleaf abbia sostenuto l’ascesa di Charles Taylor contro l’allora presidente Samuel Doe, ucciso barbaramente nel 1990 da uno dei candidati alla presidenza al primo turno che oggi appoggia la donna apertamente. Sta di fatto che Taylor viene considerato anche a livello internazionale un dittatore sanguinario, tanto che il presidente si è sentito in dovere di smentire un suo appoggio diretto all’ex dittatore, limitandosi ad ammetterne il finanziamento, ma solo prima che fosse venuta a conoscenza dei suoi crimini.

E così, ieri, i sostenitori di Tubman si sono riuniti davanti alla sede del partito, a Monrovia, la capitale, dove hanno inscenato una protesta molto vivace contro quelli che considerano i brogli del primo turno in favore della Sirleaf. Gli osservatori internazionali, in realtà, non avrebbero eccepito alcunchè e considerano il voto dell’11 ottobre regolare, ma la protesta stava per prendere una piega molto violenta, tanto che si è reso necessario l’intervento della polizia per disperdere i manifestanti.

Oggi si vota. Si temono ulteriori e più gravi disordini nel caso probabilissimo di una riconferma del presidente in carica, che Tubman vorrebbe non potesse più partecipare alla vita politica, in quanto coinvolta nel passato poco chiaro della storia liberiana.

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