Cina, inflazione scende ancora. A ottobre +5,5%

Sono positivi i segnali che giungono dalla Cina, che da un anno è impegnata in una politica monetaria restrittiva, al fine di contenere l’ascesa dei prezzi, che nel mese di luglio avevano toccato il loro picco massimo, segnando un tasso di inflazione su base annua del 6,5%. Ma dopo quel mese, si è avviato un trend di discesa dell’inflazione, che già a settembre veniva contenuta al 6,1% e ora mostra un deciso rallentamento per il mese di ottobre, attestandosi al 5,5%.

La crescita dei prezzi resta ancora molto alta e, pertanto, non sono credibili le attese di quanti pensano che possa essere imminente un cambio di strategia della banca centrale, che dopo un anno di rialzi potrebbe tornare a tagliare i tassi, per stimolare la crescita. Anche perchè i dati suggerirebbero che la crescita cinese continuerebbe a crescere sugli stessi ritmi dei mesi scorsi, con lievi rallentamenti, come per il caso della produzione industriale, che nel mese di ottobre è cresciuta del 13,2% su base annua, contro un’attesa del 13,4% e ai minimi dell’anno. O come anche per le vendite al dettaglio, cresciute del 17,2%, appena al di sotto delle attese.

Potrebbe anche contribuire in positivo sui prezzi la recente mossa delle autorità monetarie, che hanno rivalutato lo yuan, portandolo ai livelli massimi contro il dollaro. Tale misura avrebbe il pregio di ridurre alla fonte la causa della crescita dei prezzi, abbassando il livello delle ingenti liquidità in entrata nel Paese, conseguenza della crescita continua delle esportazioni.

Ricordiamo, infatti, che la Cina ha un tasso di cambio fisso, solo con oscillazioni modeste lasciate al libero mercato intorno al valore di fissità. Tuttavia, sarà anche interessante verificare se l’aumento del tasso di cambio possa comportare nel breve termine una crescita della liquidità in entrata, per effetto di maggiori investimenti speculativi, in attesa di nuove rivalutazioni.

 

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