USA, quattro accuse di molestie per Herman Cain. Che non molla

Sono salite a quattro le accuse di molestie sessuali nei confronti dell’imprenditore di colore della pizza Herman Cain, candidato alle primarie per il Partito Repubblicano, che nei sondaggi fino ai giorni scorsi era nel gruppo di testa dei papabili per la nomination. Oltre alle due accuse risalenti a presunte molestie di circa una ventina di anni fa, altre due donne si sono fatte avanti per denunciare altri fatti, che vengono tuttavia giudicati un pò dubbi dalla stessa stampa. Si tratta di una certa Sharon Bialek, che accusa Cain di averla molestata nel 1997, quando era a capo dell’associazione americana dei ristoratori. Anche una tale Karen Kraushaar, funzionaria dell’amministrazione fiscale, ha aggiunto le presunte molestie subite alla lunga lista delle accuse a carico del politico, ma in questo caso le stesse autorità competenti avrebbero nutrito dubbi sull’attendibilità delle dichiarazioni della donna. Una raffica di sexy-scandali che potrebbero gettare Cain nel discredito. Non è un caso che lo stesso uomo abbia invitato a sottoporlo anche alla macchina della verità, giurando che le accuse rivoltegli siano false, destituite di qualsiasi fondamento di verità.

Dice di più Herman Cain, il quale pensa a voce alta che sia tutta una macchinazione ordita dai Democratici, che lo ritengono un candidato temibile, essendo anch’egli di colore, potendo così pescare molto tra questo tipo di elettorato (nel 2008, oltre il 90% degli americani neri votò per Obama) e avendo una base di consenso forte sia tra l’elettorato più conservatore che su quello più moderato di destra.

Nei giorni scorsi i sondaggi assegnavano a Cain un ottimo secondo posto, a un solo punto di distacco dal favorito Mitt Romney. Le stesse rilevazioni sulle intenzioni di voto alle primarie degli elettori di destra suggerivano un forte disinteresse verso tali accuse, con il 70% che dichiarava di non prenderle in considerazione per il proprio voto. Tuttavia, pare che la campagna di fuoco contro Cain potrebbe avere indotto molti dei suoi sostenitori a girargli le spalle, anche perchè la partita riguarda la Casa Bianca e gli elettori Repubblicani vogliono portare alla sfida contro Obama un candidato in grado di batterlo.

Cain, dal canto suo, assicura che non ha intenzione di mollare. Conferma di non avere mai neanche visto la Bialek e parla di complotto volto a escluderlo dalla Casa Bianca, anche se ammette di non averne le prove.

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