USA, Rick Perry va in tilt al dibattito primarie in Michigan

Nono appuntamento per i dibattiti pubblici in diretta TV per le primarie del Partito Repubblicano. Ieri sera, a Rochester, nel Michigan, si sono incontrati tutti gli aspiranti alla nomination del GOP per correre contro Obama, ma la serata verrà soprattutto ricordata per l’imbarazzo di Rick Perry, il governatore del Texas, che ieri è andato letteralmente in confusione per quasi un lunghissimo minuto, non ricordando il nome di un ministero. La storia è la seguente. Perry affidava al dibattito di ieri molte delle sue speranze per risalire la china dei sondaggi, che da settimane lo vedono soccombere fortemente dopo un inizio brillante. Soprattutto, spera di potere approfittare delle momentanee difficoltà di Herman Cain, l’imprenditore della pizza, accusato ininterrottamente di molestie sessuali da ben quattro donne. E così doveva essere un “Perry show” e lo è stato, ma non come avrebbe voluto il protagonista. La telecamera inquadra Perry che sta parlando di cosa farebbe se arrivasse alla Casa Bianca. Il governatore si gira alla sua sinistra verso l’altro candidato Ron Paul e afferma: “Te lo dico, Ron, se arrivo alla Casa Bianca, eliminerò tre ministeri: Commercio, Istruzione e…uhm, non ricordo, un attimo”.

Ron Paul lo guarda e gli suggerisce ironico con la mano: “Cinque ministeri, cinque”. Poi, uno dei moderatori e forse anche lo stess Romney, due posti alla sua destra, gli domandano:”L’EPA?”, riferendosi all’ente di protezione dell’ambiente, ma Rick Perry risponde prima con un sì e poi subito ridacchia, dicendo “No, l’EPA non è un ministero”. Alla fine, dopo 53 secondi di amnesia, ci rinuncia e i giornalisti seduti davanti a lui sono letteralmente sbigottiti.

Subito dopo il confronto, lo staff di Perry emette una nota, in cui il governatore si dice imbarazzato e ammette di essere entrato in confusione, perchè è umano sbagliare. Ha sbagliato Reagan, dice il comunicato, mentre Obama sta ancora cercando tutti i 57 stati degli USA. E ciliegina sulla torta, nella nota si svela il nome del terzo ministero che soccomberebbe, nel caso Perry fosse il nuovo presidente: quello dell’energia. Inutile dire che l’attenzione mediatica si è concentrata solo sull’ennesima gaffe di Perry, che al dibattito precedente era risultato così su di giri e allegro che ha anche dovuto smentire di essere ubriaco.

Stando ai sondaggi e alla performance non proprio “brillante” di ieri sera, pare che al ministero dell’energia a Washington possano dormire sonni tranquilli.

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