Ddl Stabilità, stretta su enti locali e liberalizzazione professioni

Il disegno di legge presentato dal governo come maxi-emendamento alla Legge di stabilità approda al Senato, dove dovrebbe essere licenziato senza problemi, per via anche di un accordo con le opposizioni, le quali vogliono accelerare il processo delle dimissioni del premier. Tra le misure previste a sostegno dell’economia, ve ne sono alcune molto rilevanti sul piano del risanamento fiscale e delle crescita.

Si prevede, ad esempio, che a partire dal 2013, anche gli enti locali dovranno dare una mano a contenere l’indebitamento complessivo, assegnando a Regioni, Province e Comuni obiettivi di debito pro-capite, i cui limiti non possono essere superati; in caso contrario, scatteranno sanzioni, che possono prevedere il blocco delle assunzioni e della spesa corrente.

Stretta anche sui dipendenti pubblici. Potranno essere messi in mobilità, nel caso risultassero in esubero, a stipendio ridotto all’80% per un massimo di due anni. Potranno essere collocati in altri enti pubblici e in caso di rifiuto essere licenziati.

Rivoluzione nel mondo delle libere professioni. Saranno abrogate le tariffe minime e posto fine al divieto di pubblicità. In sostanza, sarà possibile determinare le tariffe sulla base del libero mercato e non imposte dagli ordini professionali. I professionisti, inoltre, potranno ora farsi pubblicità, per attirare clientela, cosa storicamente impedita. E sempre i liberi professionisti potranno costituire società di capitale.

Capitolo dismissioni: prevista la vendita di pezzi del patrimonio immobiliare pubblico, terreni agricoli inclusi. In cambio, saranno accettati anche titoli di stato.

Defiscalizzazione degli investimenti privati in infrastrutture pubbliche, al fine di agevolare la partecipazione dei privati alla realizzazione di opere di pubblico interesse.

Contributi zero fino a tre anni per l’assunzione di apprendisti da parte di aziende fino a nove dipendenti.

 

 

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