Primo giorno da senatore per Monti, intanto è rissa tra Frattini e La Russa

Un lungo applauso bipartisan: così Palazzo Madama ha accolto l’ingresso in aula del neo-senatore a vita Mario Monti. Un benvenuto caloroso che aveva fatto pensare all’ipotesi di largo consenso per un possibile nuovo esecutivo guidato proprio dall’economista. Invece più passa il tempo e più lo scenario sembra non riuscire a schiarirsi: è soprattutto all’interno della coalizione di centrodestra che non ci sono posizioni univoche.

La Lega, infatti, dopo aver dichiarato la sua contrarietà all’ipotesi di un governo tecnico, ora sta facendo pressioni sugli alleati del Pdl per convincerli ad abbandonare l’ex commissario dell’Unione Europea e puntare su un nuovo governo guidato da una figura diversa da Berlusconi, come Dini, ma comunque politicamente schierato. L’amo lanciato dal Carroccio sembra essere stato raccolto dall’area del partito del premier che già in precedenza era scettica sulla possibilità di un governo Monti: nel Pdl si susseguono le riunioni e la tensione è ormai alle stelle.

A dimostrarlo c’è lo scambio di battute tra due ministri come Frattini e La Russa; il responsabile del dicastero degli esteri si è lasciato andare a uno sfogo nei corridori di Montecitorio: “È bastato che crollasse tutto – avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori, secondo quanto raccontato dall’agenzia Dire – che questi fascisti sono tornati fuori: già ci hanno fatto rompere con Fini, ora cercano di mandare tutto all’aria. Non vogliono un governo tecnico, ma io mi opporrò in ogni modo”. Nonostante le smentite di Frattini, che in una nota parla di “frasi travisate”, arriva la replica ironica del ministro della Difesa: “Frattini chi? Il militante del Manifesto?” Un botta e risposta che ha visto intervenire anche Berlusconi in difesa del ministro degli Esteri con una nota in cui si parla di ricostruzione non veritiera e di Frattini come uomo che “è sempre stato leale nella politica e nel governo”.

Lo stesso premier oggi ha avuto diversi incontri con i maggiori esponenti di Pdl e Lega alla ricerca di una posizione comune da presentare al Capo dello Stato una volta che saranno aperte le consultazioni ufficiali. Intanto c’è da registrare la linea assunta dai ‘dissidenti’ del Pdl, ora passati al gruppo misto, che con Roberto Antonione si dichiarano pronti a “sostenere qualsiasi governo” a patto che “abbia una larga maggioranza parlamentare, non certo quella attuale”.

 

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