Russia entra nel WTO. L’ex impero sovietico nel commercio mondiale

E’ ufficiale, dopo un’attesa lunga ben 18 anni: la Russia fa parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Lo ha comunicato il direttore generale del WTO, Pascal Lamy, il quale ha regalato una maglia nera al negoziatore russo, con su scritto “Benvenuti nel WTO”. Si tratta di un atto che sancisce definitivamente la fine dell’impero ideologico del comunismo, perchè aderendo alle regole del commercio internazionale, i russi si impegneranno ad adottare un modello di economia per gli scambi, rispettoso del libero mercato e degli investitori stranieri. Il negoziato è durato tanto a causa delle divergenze tra la Russia e il WTO su molte misure che il Paese ha ereditato dalla sua storia comunista. Ad esempio, c’era il problema della tassa per sorvolare sulla Siberia, così come le alte barriere doganali all’ingresso di merci e determinati servizi, le controversie con la Georgia, che hanno rallentato di molto il benestare dell’organizzazione. A partire invece dal prossimo dicembre, Mosca sarà invitata agli incontri del WTO, quale 154esimo membro.

Il dg Lamy precisa che con l’adesione di Mosca, sarà coperto il 98% dell’intero commercio mondiale. La Russia era l’ultima grande potenza a non fare ancora parte delle regole mondiali sul commercio. La Cina vi è entrata nel 2001, con gli effetti che tutti oggi conosciamo, avendo così sviluppato e modernizzato i suoi scambi a beneficio della sua crescita.

Mosca si è impegnata a ridurre al 7,8% la tariffa massima sulle importazioni, a permettere che gli stranieri possano detenere fino al 50% del capitale di una banca e tra nove anni le compagnie di assicurazioni straniere potranno aprire loro filiali in Russia. Infine, gli investitori stranieri non potranno essere discriminati, così come all’estero non potranno esserlo quelli russi e le leggi dovranno proteggere la proprietà intellettuale. I russi contano di ottenere benefici, al netto dei costi. Grazie all’accettazione del libero scambio, le imprese nazionali dovranno affrontare una maggiore concorrenza, quindi, dovranno ristrutturarsi e tagliare le inefficienze, a beneficio dei consumatori che potranno godere di merci e servizi di maggiore qualità e prezzi più bassi.

Certo, nel breve periodo, coloro che non fossero i grado di adeguarsi alle regole del WTO e alla libera concorrenza potrebbero subire contraccolpi negativi. Ma al netto, la Russia potrebbe essere destinata a sviluppare ritmi di crescita anche maggiori di quelli già sostenuti degli ultimi anni. Di certo, l’adesione al WTO serve al prossimo presidente e attuale premier Vladimir Putin per garantirsi la fiducia dei mercati.

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