Spunta nome Dini per nuovo governo, PDL in rivolta contro ipotesi Monti

Non sarà facile formare un nuovo governo e quanti pensano che Mario Monti sia già il nuovo premier hanno sbagliato i loro conti, perché la situazione politica è in forte subbuglio. Un governo, sia esso tecnico che politico, che escluda coloro che hanno vinto le elezioni politiche del 2008 sarebbe un’ipotesi lacerante a cui nemmeno il Quirinale vorrebbe pensare. Per questo, tutto dipenderà da come si comporterà il Popolo della Libertà, quando salirà al Colle e dovrà indicare al capo dello stato una soluzione. E dentro al PDL è esplosa una vera rivolta tra quanti non vogliono il governo tecnico, a cui il premier Berlusconi si sarebbe rassegnato, pur storcendo il naso. Sono in tanti, soprattutto gli ex An, a chiedere il voto anticipato, guidati dal ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, che parla, al vertice di ieri del partito, di vero golpe e non accetta la soluzione Mario Monti premier. Sulla stessa linea, ministri come La Russa, Meloni, Sacconi, Brunetta. Più possibilisti altri, come Gelmini e Frattini. Il rischio è di non presentarsi uniti davanti a Napolitano, che già domenica o lunedì dovrebbe iniziare il giro di consultazioni, dopo le dimissioni attese del premier Berlusconi.

Ma a mettere a tacere sui rischi di mancanza di unità nel partito ci pensa il segretario Angelino Alfano, che parla di opinioni differenti e afferma che si sta dialogando tra chi la pensa in modo diverso, annunciando che il PDL è e resta ufficialmente per le elezioni anticipate, ma che poi a decidere debba essere Napolitano.

Insomma, il PDL non si metterebbe di traverso all’ipotesi di un nuovo governo, ma porrebbe due condizioni: un proprio uomo molto probabilmente a capo del governo ed esecutivo a tempo, per riportare il Paese al voto in primavera. A tale proposito, circolerebbe il nome di Lamberto Dini, senatore del PDL, che il partito potrebbe presentare ufficialmente al Quirinale quale opzione alternativa al voto. Un uomo proprio, dunque, che allontani la voglia di ribaltone di grande stampa e poteri forti, che puntano senz’ altra alternativa a Monti come unica soluzione possibile e immaginabile.

Ancora una volta, potrebbe essere il premier Berlusconi a sparigliare le carte, non potendo nessuno pensare che chi ha vinto largamente le elezioni politiche solo tre anni e mezzo fa possa essere accantonato come nulla fosse. Il PD farebbe bene a non pensare al suo toto-ministri. Porta iella!

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