Nuove notizie in merito a Kingdoms of Amalur: Reckoning, già recensito qualche mese fa su queste pagine, delineano un gioco legato alla tradizione GDR occidentale con ampie scelte in merito alla possibilità di seguire la trama principale o no e grossa personalizzazione del personaggio ma che d’altra parte cerca di rinnovare aggiungendo forti elementi action.
Proprio in merito alla creazione del personaggio troviamo la prima novità di questo Kingdoms of Amalur: Reckoning, mancano completamente le classi tipiche che si possono trovare nei titoli Bedeshda a favore della scelta di tre possibili destini, guerriero, ladro e mago, da cui partire per poi creare un mix a proprio piacimento. Mancano quindi quei bonus tipici che la scelta di una classe comportava a favore di una personalizzazione assoluta del proprio alter ego.
Come in The Elder Scrolls anche in Kingdoms of Amalur: Reckoning appena superato il lungo tutorial ci ritroveremo d’avanti a noi un mondo vastissimo liberamente esplorabile, ma l’esplorabilità è comunque condizionata dalla presenza di nemici con una forza fissa, per cui l'”accessibilità” ad una determinata zona ci verrà negata virtualmente fino a quando non raggiungeremo un livello adeguato a fronteggiare le minacce presenti in loco. Saranno quindi disponibili tantissimi dungeon e luoghi nascosti da esplorare facilmente gestiti mediante una mappa. Sopratutto la dinamica di combattimento, che strizza l’occhi a titoli action, rappresenta il vero punto di svolta del titolo, mentre in molti titoli GDR siamo stati abituati a personaggi quanto mai statici, qui ci troviamo in presenza della possibilità di assistere a lotte dinamiche con mosse e magie belle da vedere e molto evocative.
Nonostante la grossa libertà osservata nella gestione della creazione del personaggio e delle sue caratteristiche e della possibilità di affrontare a proprio piacimento l’avventura, mancano nella trama principale quelle scelte morali che sottostanno ad un’avventura che si plasma sul nostro modo di giocare e sul nostro volere, tutto ciò si riflette sulla mancanza di finali multipli.
