Lega Araba sospende Siria, proteste a Damasco

La Lega Araba, riunita a Il Cairo, nella capitale egiziana, ha sospeso la Siria da tutte le attività dell’organizzazione, a partire dal prossimo 16 novembre. La decisione è stata sofferta, come ha confermato il ministro degli esteri del Qatar. Soltanto due stati si sono opposti, ossia Yemen e Libano. Il primo è un Paese lacerato da mesi di scontri frontali contro il presidente Saleh, al potere da 32 anni, mentre il Libano è di fatto uno stato a sovranità limitata, presidiato da Damasco. E la reazione del regime feroce e sanguinario di Assad non si è fatta attendere, ritenendo la decisione della Lega inaccettabile e contraria alle norme dello Statuto. Sta di fatto che adesso la Siria sta subendo anche all’interno dello stesso mondo arabo forti pressioni, per evitare che il regime prosegua nelle azioni di repressione delle opposizioni.

Appena giunta la notizia della sospensione, alcune centinaia di sostenitori di Assad si sono riuniti nella capitale, davanti alla sede della TV araba Al Jazeera, che è stata duramente contestata e che ora viene accusata di essere una cassa di risonanza delle posizioni filo-americane. Anche il regime intende seguire la linea dello scontro con la Lega, ritenendola nelle mani degli americani.

Ma lo scontro tra Damasco e la Lega Araba è questione che va molto oltre quella specifica delle violenze in atto a Damasco. In queste settimane si stanno ridefinendo gli equilibri interni al Medio Oriente. L’Iran, che è lo storico sostenitore e padrone di Damasco, considera la Siria un suo avamposto sul Mediterraneo e sfrutta le tensioni siriane al fine di espandere il suo controllo e la sua minaccia alle porte dell’Europa.

Contro Teheran c’è il rivale dell’Arabia Saudita, che teme, anzitutto, che il regime degli ayatollah possa espandere la sua influenza su tutto il mondo arabo a discapito della leadership e degli interessi di Riad. Non è un caso che la Casa Reale abbia condannato le violenze di Damasco, cosa che non era mai accaduta nella storia della famiglia saudita, tradizionalmente per una linea della prudenza e della mediazione negli scenari internazionali. Anche questo un altro piccolo indizio che dentro al mondo arabo siamo a una sorta di resa dei conti, che potrebbe conclamarsi con il possibile intervento israeliano contro le armi atomiche di Teheran, sostenuto dai Saud.

 

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