Bundesbank su Italia, ce la farà da sola

Il presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca, Jens Weidmann, ha espresso il suo convincimento che gli alti rendimenti dei titoli di stato italiani non rappresentino un problema per il nostro Paese. Secondo il governatore della Buba, gli alti tassi dei nostri bond sono frutto di una crisi di sfiducia dei mercati, ma nel breve termine non comporteranno alcun problema di sostenibilità. Diversa la situazione nel caso in cui nel lungo periodo non ci dovrebbe essere disciplina fiscale.

L’Italia, ha sottolineato Weidmann, non è la Grecia e ciò consente di pensare che essa ce la farà da sola. Lo stesso governatore invita poi a ridurre sin da subito la pressione sulla BCE, affinchè essa intervenga sul tasso di cambio per aumentare le esportazioni, aggiungendo che le questioni fiscali non si possono risolvere con la leva monetaria o valutaria.

Non solo. Secondo Weidmann, non è proseguibile il programma di acquisto dei bond governativi dell’Eurozona da parte della BCE, perchè questo violerebbe i principi istitutivi dell’Area Euro e farebbe venire meno il principio della stabilità monetaria, che è alla base della costruzione della moneta unica.

Ieri, il settimanale “Der Spiegel” ha pubblicato tre diverse opzioni, che sarebbero allo studio del governo tedesco, sulla base di tre differenti scenari per la Grecia. Il primo, il più ottimistico, prevede che Atene riesca autonomamente a risanare la sua economia e possa uscire dalla crisi, con un effetto positivo sulle altre economie dell’Eurozona, Italia e Spagna, in testa.

Il secondo scenario prevede che la Grecia ce la faccia con aiuti esterni, con la possibilità che la sfiducia sui bond sovrani italiani e spagnoli comporti la necessità di incrementare la dotazione dell’Efsf.

Terzo scenario, il peggiore, sarebbe un fallimento incontrollato di Atene, che uscirebbe così dall’Area Euro, ma comportando il rischio di dissolvimento dell’intera Eurozona. Pronta la smentita della cancelleria tedesca, che ritiene non sia nemmeno allo studio l’ipotesi di creare un’Area Euro ridotta.

 

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