Oggi Monti scioglie la riserva, ma i paletti dei partiti allarmano i mercati

Oggi dovrebbe essere il giorno in cui Mario Monti scioglierà la riserva e si presenterà da Napolitano con la lista dei ministri; dovrebbe perché il presidente del Consiglio incaricato non ha alcuna voglia di andare allo sbaraglio e accetterà l’incarico solo se avrà la certezza dell’appoggio dei partiti. L’ex commissario Ue è disposto a rinunciare alla presenza di politici nel suo esecutivo, visti i paletti posti da Pdl (soprattutto) e Pd, ma non al pieno sostegno dei partiti: o ci sarà chiarezza nell’appoggiare il suo governo oppure rinuncerà all’incarico. È stato chiaro Monti sia con la stampa che con le rappresentanze dei partiti con cui si sta incontrando: andrà avanti solo se sentirà di avere il sostegno incondizionato delle forze parlamentari. Appoggio che significa anche non porre una scadenza temporale al nuovo governo: la fine della legislatura è l’unico termine che si pone Monti.

L’economista sembra quindi aver preso di petto le incertezze che ci sono nelle varie formazioni politiche e ha messo i partiti davanti a un’alternativa: appoggiare il nascente governo oppure prendersi la responsabilità di andare a elezioni anticipate e trascinare il paese nel caos. Le incertezze che ci sono intorno alla nascita dell’esecutivo Monti pesano molto anche sui mercati: la Borsa di Milano fa registrare un -2% che non lascia presagire nulla di buono; segnali ancora più negativi arrivano dallo spread tra titoli italiani e tedeschi a dieci anni che si è portato sopra i 500 punti (alle 12 aveva toccato quota 530) con il tasso dei Btp decennali che è ritornato superiore alla soglia critica del 7%.

La suspense che accompagnerà la giornata non fa certo bene ai mercati, ma i partiti sembrano presi più da calcoli personali che dalla voglia di far presto per aiutare il Paese. Così la posizione della Lega, che si è rifiutata persino di incontrare Monti, sembra volta solo a ripulire un’immagine “sporcata” dai tre anni di governo e a riconquistare la base; stesso discorso per il Pdl che con una mano dà parere favorevole a Monti e dall’altra pone condizioni estreme. Non diversa la posizione del Pd che a parole dà carta bianca all’economista, ma nei fatti pone il suo veto a rappresentati politici nell’esecutivo.

Questioni di partito, di calcolo personale che nulla sembrano avere a che fare con la “coesione” richiesta da Napolitano. Per fortuna che il tempo delle parole e delle richieste sta per scadere: stasera Monti salirà al Quirinale per dare la sua risposta al Capo dello Stato, dopo di che sarà chiaro chi pensa al bene dell’Italia e chi solo al proprio orticello.

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