Il programma di Monti: tale e quale a quello di Berlusconi, più l’Ici per i poveri disgraziati!

Oggi voglio aprire il mio articolo con la citazione del mio stato pubblicato ieri su Facebook, una volta ascoltata e metabolizzata l’arringa di Monti di presentazione del suo Governo al Senato.

Il discorso di Monti di oggi sembra la lettura precisa della lettera di Berlusconi all’Europa, con l’aggiunta della reintroduzione dell’Ici sulla prima casa: mi sembrava di essere su “Scherzi a Parte” mentre l’ascoltavo! Non è cambiato nulla ed a proposito di equità, no patrimoniale, no liberalizzazione degli ordini professionali, no all’aumento d’imposta per quelli che hanno più di una di casa, ma si ad Ici sulla prima casa (magari per la quale paghi 30 anni di mutuo) e si alla riforma dei licenziamenti. Dov’è la discontinuità col passato? A parte l’altezza fisica ed una maggiore proprietà di linguaggio del premier, non vedo altri cambiamenti in positivo!!!!”.

Poche parole, ma che racchiudono tutta la delusione che ha pervaso me e molti italiani per i contenuti di una presentazione programmatica, che pur essendo ancora generale, e quindi priva di dettagli, per il poco tempo finora a disposizione di Monti e della sua squadra, trasmette subito un grande senso di iniquità e soprattutto nessuna discontinuità col recente passato, anzi un pizzico di diversità esiste, ma in peggio (la reintroduzione dell’Ici che il precedente Esecutivo aveva eliminato, con uno dei pochi provvedimenti all’altezza compiuti in 3 anni e mezzo di governo).

Ma andiamo con ordine: Mario Monti ieri ad ora di pranzo sembrava stesse leggendo non un suo discorso, ma precisamente la lettera che il Governo Berlusconi aveva recentemente inviato all’Ue per illustrare le decisioni e le riforme che sarebbero state realizzate nel breve per fronteggiare la crisi economica.

Quindi sì alle liberalizzazione dei servizi (ma no a quella delle professioni, davvero “equo”!), si al taglio dei costi delle amministrazioni pubbliche (ma nessun accenno al taglio del numero dei parlamentari), riforma del mercato del lavoro a favore della flessibilità (con esclusione di chi è oggi già assunto), legge che ha sicuramente dei lati positivi, ma che punta ad un livellamento sì, ma verso il basso dei diritti dei nostri lavoratori.

In più Ici sulla prima casa (anche se è la tua unica abitazione ed hai 30 anni di mutuo davanti, e quindi se vogliamo la casa ad oggi è della banca, che ti ha costretto ad ipotecarla!), ulteriore aumento dell’Iva (che già oggi è la più alta dell’Ue), ulteriore riforma delle pensioni (anche se Monti definisce già oggi il nostro sistema buono e sostenibile). Tutto questo magari in cambio di qualche spicciolo sulle tasse che le imprese pagano in busta paga sul reddito dei lavoratori.

Un paio di domande sorgono spontanee:

1)  Dove sta l’equità sociale anche ieri sottolineata da Monti, se ancora una volta non si toglie niente ai ceti molto abbienti, alle banche (provocazione: perché non farla pagare a loro l’Ici per chi ha casa ipotecata da un lungo mutuo), non si inserisce alcuna patrimoniale per i ricchi, e si torna come sempre a colpire i poveri disgraziati con l’aumento dell’Iva (tutti consumano, non solo i ricchi!), la reintroduzione dell’Ici e l’ulteriore ritardo nel pensionamento?

2)  Perché le Opposizioni (non parlo di Vendola e di estrema sinistra) che consideravano inique e da combattere le stesse identiche cose fino a 2 settimane fa, ora giudicano il discorso di Monti corretto, equilibrato e del tutto condivisibile?

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