Piccole imprese più esposte alla crisi

La piccola impresa in Italia è più esposta alla crisi finanziaria ed economica e, nel complesso, risente maggiormente e negativamente del deterioramento di quello che è nel nostro Paese il quadro macroeconomico. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia che ha scattato Unioncamere a valere sul terzo trimestre del 2011, caratterizzato comunque da segnali di tenuta dell’industria grazie soprattutto alle esportazioni. Le piccole e medie imprese (PMI), invece, risentono nel manifatturiero della bassa capacità a competere sui mercati esteri, mentre nel commercio la piccola impresa del comparto paga dazio a causa del proliferare dei centri commerciali, ovverosia delle grandi superfici di vendita.

E così nel terzo trimestre del 2011 la stagnazione dei consumi delle famiglie ha continuato a generare effetti negativi sul settore dei servizi e del commercio, così come in generale il sistema imprenditoriale nelle Regioni del Sud ha risentito delle minori opportunità, rispetto alla tendenza media nazionale, di espandersi sui mercati esteri. Il tutto a fronte, in vista del Natale 2011, di aspettative moderatamente positive per l’industria ed ancor di più per il terziario nel quarto trimestre del 2011 proprio per effetto dei maggiori volumi di vendita che si registrano a dicembre.

Secondo quanto dichiarato da Ferruccio Dardanello, il presidente di Unioncamere, l’auspicio è quello che, con l’insediamento del nuovo Governo con a capo il Premier Mario Monti, si possa aprire per i mercati un periodo di stabilità in modo tale che le imprese italiane possano riprendere quello che è il loro cammino di sviluppo a fronte di una ritrovata fiducia da parte delle famiglie.

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