Scure Fitch e Moody’s su Portogallo e Ungheria, crisi debito si aggrava

L’agenzia di rating Fitch ha abbassato ieri il suo giudizio sui titoli del debito del Portogallo, portando la valutazione da BBB- a BB+, un livello che per gli investitori corrisponde a “junk” o “spazzatura”. Secondo Fitch, a determinare l’ennesimo declassamento sarebbe il peggioramento delle condizioni economiche generali dell’Eurozona, che avranno un impatto negativo sulla qualità del debito lusitano, anche per via di un peggioramento negli asset bancari del Paese.

L’outlook è anch’esso negativo, cosa che lascia aperta la possibilità di un ulteriore declassamento. L’agenzia non mette in dubbio la volontà di risanamento del governo di Lisbona, ma ritiene che il Portogallo vada incontro l’anno prossimo a una recessione del 3% del pil e questo non potrà che avere effetti negativi sui livelli di debito e deficit.

E se Fitch si scaglia contro il Portogallo, Moody’s ha da poco annunciato il “downgrade” contro l’Ungheria, le cui condizioni finanziarie sarebbero sempre più drammatiche. Il giudizio passa da Ba1 a Baa3, un livello appena sopra di un livello a quello “junk”. Tra i motivi che hanno spinto Moody’s a tagliare la valutazione sul debito magiaro vi è il peggioramento evidente della situazione debitoria, passata dal 75% all’82% del pil nel terzo trimestre.

E Budapest potrebbe incorrere presto in altri declassamenti, visto che Standard & Poor’s aveva già messo nei giorni scorsi sotto osservazione il suo debito, che ha ancora valutazione BBB-, mentre Fitch aveva mutato in negativo l’outlook.

Sempre nei giorni scorsi, si era appreso che l’Ungheria avrebbe tentato di trattare una linea di credito con il Fondo Monetario Internazionale, abbandonando la sua politica recente di non collaborazione con gli organismi internazionali, ritenuti lesivi della sua autonomia finanziaria nazionale.

 

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