Nuova Zelanda, destra del premier Key in netto vantaggio

Si sono da poco chiuse le urne in Nuova Zelanda, per le elezioni politiche, che vedono il rinnovo di 120 seggi della Camera dei Deputati, da parte di 3,2 milioni di aventi diritto su una popolazione complessiva di 4,4 milioni. Le urne si sono aperte il sabato 26 novembre, ma per effetto del fuso orario (una decina di ore avanti), i primi dati iniziano ad affluire, essendo già stato scrutinato almeno il 5% dei voti. E le proiezioni sono perfettamente in linea con i sondaggi della vigilia. Il National Party del premier John Key sarebbe in nettissimo vantaggio sugli avversari laburisti, ottenendo almeno il 50% dei consensi contro il 27% di questi ultimi. I Verdi si sarebbero fermati al 7%, mentre i sondaggi li davano al massimo storico, con un boom al 12%.

Stando a questi primi dati, il partito di centrodestra di Key potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei seggi (61), potendo così governare da solo, a differenza degli ultimi tre anni, dopo che nel 2008 il suo partito ottenne 58 seggi, a un passo dalla maggioranza assoluta, essendo così costretto a formare una coalizione di governo con l’ACT  (Association of Consumers and Taxpayers) di Don Brash, una formazione politica liberista, il cui leader era stato nel 2006 a capo del National Party. Anche United Future con un seggio e il Partito Maori con 5 seggi avevano fatto parte della maggioranza uscente. In base ai sondaggi e ai primi dati usciti dalle urne, l’ACT rischia di non entrare in Parlamento.

I laburisti di Phil Goff avevano 42 seggi, ma stando ai primi dati, potrebbero essere ridimensionati. Al voto di oggi (ieri, ora locale), i neozelandesi dovevano anche scegliere se mantenere l’attuale sistema di voto proporzionale o tornare al sistema maggioritario, abolito nel 1996. Attualmente, i seggi alla Camera vengono sono ottenuti facendo scegliere 70 parlamentari direttamente agli elettori in altrettanti collegi, mentre 50 seggi sono ripartiti sulla base delle preferenze per i partiti. Secondo i sondaggi pre-elettorali, la maggioranza dei cittadini sarebbe orientata a mantenere il sistema attuale.

La campagna elettorale è stata incentrata sui temi dell’economia. Key è favorito e molto apprezzato in patria per essere riuscito a tenere relativamente lontano il Paese dalla crisi mondiale, sebbene il debito sia in forte aumento e la Nuova Zelanda sia stata più volte declassata. Il premier ha promesso di privatizzare quote di minoranza delle quattro compagnie energetiche e della compagnia aerea di bandiera, mentre i laburisti punterebbero su aumenti di tasse sui redditi e aumento dell’età pensionabile a 67 anni.

 

 

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