Edison, sale tensione tra Edf e soci Delmi

A oltre nove mesi dall’accordo che a marzo era stato quasi raggiunto, tra i soci francesi di Edf e quelli italiani riuniti in Delmi non sembra esserci ancora alcuna intesa definitiva. Ci sono alcuni punti che continuano ad essere oggetto di scontro e causa di un muro contro muro, tanto che il direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal, ha inviato una missiva a A2a e Iren, ossia i maggiori azionisti di Delmi, per spiegare loro che non ha molta intenzione di aspettare. O si trova un accordo o si potrebbe decidere di ricorrere all’asta, un’eventualità quest’ultima che potrebbe essere bloccata dal governo.

Il motivo principale dello scontro riguarda la ripartizione del debito da 1,1 miliardi della controllata Edipower, che i francesi vorrebbero scaricare sugli italiani per 800 milioni, accollandosi i rimanenti 300 milioni. Gli italiani vorrebbero, al contrario, la distribuzione opposta e così Edf proporrebbe che in cambio dei maggiori debiti a carico di Parigi, A2a e Iren rinuncino a una centrale idroelettrica di peso, delle due concesse nell’accordo di ottobre, prendendone una di valore inferiore.

C’è poi la questione della nomina del futuro presidente, sul quale i francesi vorrebbero dire la loro, mentre Delmi vorrebbe un diritto di nomina esclusivo.

Quanto alla parte finanziaria vera e propria, Edf sostiene che il pagamento degli 84 centesimi ad azione sarebbe una valutazione molto generosa, pari a 10 volte l’Ebitda del 2011, mentre una seconda tranche sarebbe pagata sulla base del consensus sull’Ebitda medio di competitor energetici.

Il patto di sindacato è stato prorogato fino alla fine di dicembre. I tempi per un accordo stringono, ma le parti non sembrano vicinissime, anche perché adesso il nuovo clima politico più bipartisan potrebbe favorire proprio gli italiani di Delmi, con un nuovo intervento del governo a tutela degli azionisti italiani.

 

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