Il Consiglio di Stato boccia la tessera del tifoso

Stop alla tessera del tifoso: è questa la decisione che arriva dal Consiglio di Stato chiamato a decidere su un ricorso presentato da Codacons e Federsupporter contro una sentenza emessa dal Tar del Lazio. “La tessera del tifoso, – fa sapere il Codacons – nelle forme in cui è ora previsto il rilascio, è stata giudicata illegittima dal Consiglio di Stato, in quanto può rappresentare una pratica commerciale scorretta”. A essere messa sotto accusa è l’obbligatorietà della sottoscrizione di un contratto con un partner bancario per il rilascio della tessera del tifoso: tale condizione, secondo l’appello dei ricorrenti, condiziona le scelte dei tifosi e “potrebbe assumere i tratti di una pratica scorretta ai sensi del Codice del consumo“.

Ora la palla torna al Tar che dovrà fissare una nuova udienza e discutere nel merito il ricorso presentato da Codacons e Federsupporter: da una prima lettura però sembra chiaro che a essere in discussione non è lo strumento “tessera del tifoso”, ma il suo abbinamento obbligatorio con un contratto bancario.

Su questa lunghezza d’onda sembra orientarsi il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete che parla della necessità di “approfondire i contenuti e capire se l’illegittimità è collegata ad aspetti specifici”. Il numero uno del calcio italiano sottolinea che la tessera del tifoso “come uso primario serve per garantire sicurezza e tutelare la fruibilità dello stadio”. Nessun commento da parte del presidente del Coni, Gianni Petrucci che si limita a un “ne prendo atto”, mentre il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri parla di “rispetto per le sentenze” e afferma che il Viminale valuterà la decisione del Consiglio di Stato e poi saranno presi i provvedimenti del caso. L’Osservatore del ministero dell’Interno fa sapere che “la sentenza riguarda soltanto l’abbinamento inscindibile tra la tessera del tifoso ed uno strumento di pagamento bancario che nulla ha a che vedere con le finalità proprie della tessera del tifoso”.

Non sembra quindi a rischio lo strumento introdotto, tra le polemiche, per contrastare la violenza negli stadi: probabile a questo punto che venga trovata un’altra modalità di rilascio che sia slegata dall’obbligata sottoscrizione di un contratto con un partner bancario.

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