Dopo quattro mesi liberato Francesco Azzarà

È terminato l’incubo per Francesco Azzarà: l’operatore umanitario rapito in Darfur quattro mesi fa è stato liberato. Le voci che hanno preso piede nel primo pomeriggio sono state confermate da Emergency: “Francesco è libero e sta bene – ha dichiarato Gino Strada – finisce un incubo, finalmente la telefonata che tanto aspettavamo è arrivata. Ora è il momento della festa, della sua famiglia e di Emergency”. Ad annunciare per prima la liberazione del volontario è stata l’agenzia Sudan Media Center che in un lancio affermava: “Le autorità del Darfur occidentale sono riuscite a liberare l’ostaggio italiano”.

Era il 14 agosto scorso quando Francesco Azzarà, 34 anni di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, veniva rapito mentre si dirigeva in aeroporto insieme ad alcuni colleghi: Francesco in Darfur era alla sua seconda missione umanitaria e operava come logista nel centro pediatrico aperto da Emergency in città nel 2010. Proprio l’associazione subito dopo la notizia del rapimento del volontario aveva attivato tutti i canali disponibili e informato la Farnesina, attivandosi con tutte le autorità affinché fosse facilitata la liberazione dell’0peratore.

La vicenda di Francesco Azzarà aveva attirato l’attenzione dell’opinione pubblica: diverse le manifestazioni che si sono tenute in questi lunghi quattro mesi per non far spegnere i riflettori sul rapimento dell’operatore di Emergency. La foto di Francesco era apparsa il primo settembre sui municipi di Torino, Venezia, Firenze e Napoli e più tardi anche di Roma e Milano; la marcia della pace era stata dedicata a lui e un appello era stato lanciato da miss  Italia, Stefania Bivone.  Tre mesi fa sembrava che la vicenda stessa per volgere al termine: il 27 settembre il vice governatore del Darfur aveva, infatti,  dichiarato “imminente” il rilascio dell’italiano; da allora però su Francesco Azzarà era di nuovo calato il silenzio.

Giovedì scorso l’accelerata e oggi, finalmente, la buona notizia: “C’è grande soddisfazione, – dichiara il sindaco di Motta San Giovanni, Paolo Laganà – ora vedremo quando potrà rientrare in Italia: ci auguriamo che le sue condizioni di salute siano buone. Non poteva esserci un regalo di Natale migliore”. Dopo quattro mesi di prigionia, Francesco riassapora il gusto della libertà: famiglia e amici sono pronti a riabbracciarlo e ad aiutarlo a mettersi alle spalle quattro mesi da incubo.

 

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