Arresti per mafia: 11 fiancheggiatori della primula rossa in manette

L’operazione dei carabinieri del Ros ha portato all’arresto di 11 fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, la “primula rossa”. Gli arresti sono avvenuti a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, e fra gli uomini finiti in manette c’è anche il sindaco di Campobello, Ciro Caravà.

Le indagini sono iniziate nel 2006, quando la procura antimafia di Palermo ha cominciato le sue ricerche per incastrare Matteo Messina Denaro, oggi superlatitante, già da allora numero uno di Cosa Nostra nella zona di Trapani. Gli investigatori hanno appurato come le cosche trapanesi gestissero l’economia legata alla produzione di olio e avessero il monopolio anche in altri settori.

La famiglia mafiosa in questione, quella di Campobello di Mazara, «attraverso un pervasivo controllo del territorio», sarebbe riuscita ad «infiltrare progressivamente le attività imprenditoriali ed economiche dell’area». Ciò che ha sorpreso tutti è l’arresto del sindaco di Campobello, Ciro Caravà. Il politico, eletto nel 2006 e rieletto alle amministrative 2011, era vicino al Pd ed aveva svolto il ruolo di consigliere comunale dal 2001. Il sindaco era noto per il suo impegno contro la mafia: negli anni in carica aveva costituito il Comune come parte civile nelle cause contro il boss Messina Denaro, aveva promosso molte iniziative antimafia e, proprio di recente, aveva inaugurato un centro Avis du un fondo confiscato a Cosa Nostra.

In realtà, da quanto dicono gli investigatori, Caravà era  «l’espressione politica della locale consorteria mafiosa», considerando che era strettamente legato alla cosca operante a Campobello e al boss stesso. Decisive sono state, per l’ennesima volta, le intercettazioni: molte telefonate legano il sindaco agli ambienti mafiosi, come quella in cui emerge come abbia aiutato la moglie del boss a raggiungere suo marito. Oltre che i favori, ben più gravi sono risultate le infiltrazioni mafiose all’interno del Comune, che ha regalato appalti e fondi a Cosa Nostra.

Maria Teresa Principato, procuratore aggiunto di Palermo, ha così parlato del superlatitante:  Messina Denaro è «una sorta di primula rossa amata e stimata da tutti e onorata come tale. Usufruisce sempre di nuova linfa vitale e ha collegamenti con la borghesia, non solo mafiosa». Ma con questi arresti si sta stringendo il cappio intorno al fuggitivo, ora più che mai alla portata delle forze dell’ordine.

Impostazioni privacy