Dolci natalizi: il Panpepato

Molti sono i dolci consumati durante queste feste natalizie: da Nord a Sud, il nostro Paese usa concludere i pranzi e le cene di questo periodo con i dolci. Nonostante panettone e pandoro vadano per la maggiore, ci sono altri prodotti dolciari cucinati solo in questo periodo. In Umbria, Emilia Romagna e in alcune zone del Lazio il dolce natalizio per antonomasia è il Panpepato.

Il nome Panpepato si dice sia stato trasformato negli anni e che inizialmente si chiamasse “Pan del Papato”. Sicuramente questo nome rendeva l’idea della classe popolare che poteva permetterselo: a parte i nobili, infatti, solo i prelati avevano il privilegio di poter saggiare questa ricca leccornia. Quando però il cioccolato venne definito alimento afrodisiaco si preferì modificare il nome in Panpepato per eliminare ogni riferimento agli ecclesiasti.

Nei documenti storici si trova traccia di questa prelibatezza già nel 1465, quando il Duca Borso d’Este ordinò al maggiordomo di corte di inserire una moneta d’oro in uno dei panetti tra quelli offerti agli invitati. Per la prima ricetta scritta si dovrà attendere invece fino al 1851. Pare che la ricetta originale provenga dai conventi delle suore di clausura: le monache realizzavano con mani sapienti questo dolce che aveva l’inconfondibile forma di una papalina.

Gli ingredienti che compongono il Panpepato classico sono noci, mandorle, nocciola, uvetta, canditi, cioccolato, noce moscata, pepe, farina e ovviamente pepe nero. Il procedimento comincia con il taglio a tocchetti della frutta secca che verrà poi aggiunta al miele scaldato in un pentolino e al composto ottenuto si aggiungeranno il pepe, la noce moscata e la farina. A questo punto si potrà scegliere a piacere se realizzare un unico panetto o se realizzarne di più con dimensioni ridotte. Nella ricetta usata a Ferrara il cioccolato usato per ricoprire il dolce è fondente.

Per gustare appieno questo dolce il consiglio è quello di attendere 4 o 5 giorni prima di consumarlo.

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