Aumenti di capitale banche: crisi come un buco nero

In Italia si assiste ad una manovra finanziaria dietro l’altra al fine di far “pareggiare” i conti pubblici. Si è sempre detto che sarebbe stata l’ultima, e che i conti italiani fossero stati finalmente messi in sicurezza. Dopo la pesante e per certi versi indigeribile manovra del Governo Monti, la speranza è che il buco nero della crisi non porti a nuove manovre anche perché oramai in Italia è stato tassato praticamente tutto il tassabile alla luce del sole, ovverosia ciò che viene dichiarato.

Ma di buco nero si parla anche in ambito bancario, con la Federconsumatori che ha sottolineato con una nota nella giornata di ieri come la crisi si sia sostanzialmente mangiata gli aumenti di capitale che gli istituti di credito hanno effettuato negli scorsi mesi. A fronte di tutto ciò ora ci si mette anche l’Eba, Autorità Bancaria Europea, che è praticamente in pressing sulle banche del Vecchio Continente affinché rafforzino i requisiti patrimoniali in vista di Basilea 3.

Al riguardo anche l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, è uscita allo scoperto sottolineando come i nuovi criteri di patrimonializzazione delle banche debbano tenere in debita considerazione l’attuale scenario. Ma quali sono i rischi? Ebbene, secondo quanto stimato dalla Boston Consulting Group di questo passo gli istituti di credito, su scala mondiale, potrebbero tagliare del 20% il credito da erogare alle famiglie ed alle imprese. A conti fatti, quindi, senza considerare i tassi di interesse alti, in futuro chiedere ed ottenere un prestito o un mutuo in banca potrebbe essere ancora più difficile.

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