Sea, offerta Srei non conforme a bando

L’offerta del fondo indiano Srei, per la rilevazione del 29,75% di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, e messa in vendita dal Comune di Milano, che ne è azionista di maggioranza, non sarebbe stata valida, anche se fosse arrivata in tempo. E’ quanto ha esitato la Commissione di gara, chiamata a discutere il caso di Srei, la cui offerta era pervenuta 10 minuti dopo il termine massimo consentito, ossia a mezzogiorno.

Tuttavia, la stessa Commissione ha evidenziato come i 425 milioni offerti dal fondo indiano non sarebbero stati un’offerta valida e accettabile, in quanto esso la subordinava a una serie di clausole, in palese contrasto con quanto stabilito dal bando di Palazzo Marino, che non prevedeva la possibilità di fare offerte subordinate.

In particolare, Srei avrebbe effettivamente acquisito il 30% di Sea, a patto che il Comune di Milano gli avesse garantito la possibilità di salire al 51% della società entro quattro anni, attraverso una road map, in cui inserire anche un diritto al consenso preventivo, nel caso il Comune avesse venduto in futuro altre quote.

Non solo. Srei avrebbe voluto la certezza della maggioranza dei consiglieri in cda, quando il bando assegna esplicitamente solo 2 consiglieri all’azionista che si aggiudica la gara. Diversamente, il fondo avrebbe disinvestito a condizioni prestabilite e favorevoli. In più, lo stesso prezzo offerto si basava su una valutazione dell’Ebitda per 218 milioni, ma in caso di un suo valore più basso, anche lo stesso prezzo sarebbe stato rivisto.

A questo punto resta vincitore il fondo italiano F2i, che ha avanzato un’offerta di 385 milioni. Lo stesso Srei ha rinunciato a fare ricorso contro la mancata ammissione della sua offerta, pur sostenendo di averla presentata in tempo.

 

Impostazioni privacy