Mentre in Inghilterra le cosiddette “zebre” rischiano di scomparire perché accusate di compromettere la sicurezza del pedone, in Italia la Fondazione ANIA si batte per il loro ripristino.
E a dimostrare che le strisce servono alla sicurezza dei pedoni e non a comprometterla, sono i dati della Fondazione ANIA: nella sola città di Roma nel 2010 sarebbero infatti morti 22 pedoni in meno rispetto all’anno precedente. Nel 2009, infatti, i pedoni rimasti vittime della strada erano 65, mentre nel 2010 43.
“Roma resta la città d’Italia dove si registra il numero maggiore di decessi sulle strade – ha dichiarato Sandro Salvati, Presidente della Fondazione ANIA nel commentare i dati– ma nell’ultimo anno c’è stata una diminuzione complessiva dei morti. La strada imboccata è quella giusta, ora dobbiamo continuare a percorrerla intensificando attività di prevenzione e comunicazione. Il successo ottenuto nella riduzione dei pedoni morti è frutto di una complessa opera di educazione che è stata fatta anche grazie all’intervento della Fondazione ANIA. Il ripristino degli attraversamenti pedonali, infatti, è stato accompagnato da un’attività di comunicazione che è servita a sensibilizzare gli utenti della strada sui rischi legati alla circolazione e sulla necessità di osservare in maniera attenta e scrupolosa le regole del codice della strada. Ora non dobbiamo fermarci, ma puntare a fare di Roma una città più sicura e a misura di pedone”.
Ammontano a 2 milioni di euro gli investimenti della Fondazione, negli ultimi 3 anni, sul territorio capitolino in materia di sicurezza. Tra le direttrici di lavoro dell’ANIA non ci sono però solo le strisce pedonali. A tutela della sicurezza dei bimbi a bordo, la Fondazione lancia un progetto si sensibilizzazione a tutti i genitori della capitale: a tutte le famiglie di neonati che risiedono sul territorio comunale verrà inviato un leaflet informativo con le regole da seguire per trasportare il bambino in auto.