Russia, torna protesta anti-Putin e sfila pure Gorbacev

Malgrado per i cattolici sia la vigilia di Natale, in Russia si torna a protestare contro il risultato delle ultime elezioni politiche del 4 dicembre, a causa di presunti brogli. Ma le rivendicazioni dei manifestanti sono più ampie e vanno dalla richiesta di un profondo cambiamento politico alla scarcerazione dei prigionieri “politici”. Il bersaglio delle centinaia di sfilate in piazza, che riguardano altrettante città russe, è sempre lui: Vladimir Putin. Il premier, che è anche candidato alla presidenza, viene ritenuto il perno dell’attuale sistema politico corrotto ed oligarchico e contestato per la spocchia dimostrata nei confronti delle migliaia di persone, che nelle scorse settimane hanno osato mettere in discussione il suo stra-potere.

Non sono bastate le parole del presidente Dmitri Medvedev, che aveva annunciato una serie di riforme, tra cui una nuova legge elettorale e il ripristino dell’elezione diretta dei governatori. Le promesse sono ritenute poco credibili, così come la volontà di cambiamento, dimostrata dai due leader.

Ma stupisce anche come in Russia serpeggi anche uno spirito italico, quello che potremmo definire da “25 luglio”, in cui anche coloro che hanno collaborato con la coppia Putin-Medvedev e ne sono stati fino a poco tempo fa sostenitori, traendone benefici, adesso li rinnegano pubblicamente per dimostrare una verginità politica davvero stucchevole. E oggi, tanto per fare un esempio, scende in piazza, a fianco dei giovani contestatori, anche l’ultimo dittatore dell’ex Urss, Mikhail Gorbacev, che esattamente venti anni fa, a Natale, faceva il suo famoso discorso in piazza, in cui affermava che “abbiamo ottenuto la libertà, ma non abbiamo ancora imparato a usarla”.

Anche lui contesta Putin e chiede un cambiamento, ma fino a poche settimane prima delle elezioni, seppure con tutti i distinguo, ammetteva che avrebbe votato per lui, per la sua Russia Unita, non intravedendo un’alternativa. Molto facile, adesso, dopo l’endorsement pubblico, voltare le spalle e porsi alla testa di una protesta anti-governativa.

Ma Gorbacev ha avuto anche ragione: a Putin non esiste un’alternativa. Contro Putin esiste Ziuganov, il leader comunista, che rappresenterebbe poco più di un patetico tentativo di resurrezione di un passato da dimenticare. Tutti gli altri o sono semplici comparse eccentriche o frutto di oligarchie altrettanto spocchiose, in stile Putin. C’è poco da demolire, purtroppo, all’ombra del Cremlino.

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