Inps, nel 2011 crollo delle nuove pensioni di vecchiaia e anzianità

Faranno discutere i dati appena emanati dall’Inps, che confermano il trend sostanzialmente positivo che l’istituto di previdenza ha registrato quest’anno, in termini di nuovi assegni pensionistici erogati nel 2011. Complessivamente, le nuove pensioni di vecchiaia e di anzianità sono state 224.856, cioè oltre 94 mila in meno del 2010.

Sempre secondo l’Inps, tale trend è da mettere in relazione alla normativa inserita dal precedente governo, che aveva previsto l’adozione delle cosiddette finestre mobili, le quali di fatto aumentavano di 12-18 mesi il periodo per l’ottenimento effettivo della pensione, dalla data di maturazione del diritto.

Questo ha ritardato mediamente di molto l’uscita dal lavoro dei pensionandi, a beneficio delle casse dell’Inps. Infatti, se fino a quest’anno l’età pensionabile per gli uomini è stata di 65 anni e di 61 anni per le donne, con le finestre mobili, essa era salita nei fatti a 66 anni e 61 anni, rispettivamente.

Da gennaio a novembre, le nuove pensioni di vecchiaia sono state 94.216, ossia il 39,4% in meno. Per gli assegni di invalidità nuovi liquidati, il calo è stato del 20,1%, passando da 163.507 a 130.640.

Nel caso delle anzianità, oltre al discorso delle finestre mobili, quest’anno è scattata anche una quota più alta per il raggiungimento dei requisiti, passata da 95 a 96 (60 anni di età + 36 anni di contributi o 61 anni di età + 35 anni di contributi).

Ricordiamo che a partire dal prossimo anno, le anzianità con il sistema delle quote verrà superato, restando possibile solo l’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni e un mese di contributi per la donna e 42 anni e un mese per l’uomo. Inoltre, l’età pensionabile sarà innalzata sia per gli uni che per le altre, inglobando le finestre mobili e gli anni minimi per andare in pensione per le lavoratrici del settore privato saranno 62 anni, mentre per gli uomini saranno 66 anni.

In via provvisoria, per quanti avranno maturato entro il 31 dicembre 2012 il diritto alla pensione con i vecchi requisiti (sia per la vecchiaia che per le anzianità), potranno andare in pensione a 64 anni, ossia con due anni di anticipo dell’età prevista a regime di 66 anni per uomini e donne nel 2018.

 

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