Russia, Gorbacev invita Putin a dimettersi

Esattamente venti anni dopo il discorso dell’ultimo dittatore comunista in Russia, Mikhail Gorbacev, pronunciato a pochi giorni dalla dissoluzione formale dell’ex Unione Sovietica, l’ex leader del PCUS torna a farsi sentire, questa volta nel giorno della grande manifestazione contro il premier Vladimir Putin, accusato da parte dell’opinione pubblica di essere a capo di un potere oligarchico e corrotto. Quasi come se all’improvviso il 2011 fosse piombato nel 1991, Gorbacev diventa per alcune ore protagonista nelle cronache mondiali, in seguito alla sua partecipazione alla protesta anti-Putin.

A Mosca, la vigilia di Natale, ben 100 mila persone avrebbero sfilato contro il Cremlino e il governo. Ma altre migliaia lo hanno fatto in altre città dello sterminato Paese ex sovietico.

L’oggetto degli slogan era sempre Putin. Ed è a lui che si rivolge Gorbacev quando rimarca che ha già fatto tre mandati: due da presidente e uno da premier. Sono sufficienti, afferma, adesso si faccia da parte, per non cancellare anche le cose buone che ha fatto. Io al suo posto lo farei, come feci 20 anni fa. Ma Putin non intende accostare il suo destino politico a quello di Gorbacev. Quest’ultimo, per quanto riformatore, era pur sempre un dittatore, mentre lui è un leader politico, odiato all’estero per i suoi modi sbrigativi di affrontare le questioni, ma è indubbio anche il sostegno di cui ancora gode in patria, se stiamo sempre al quasi 50% dei consensi registrati dalla sua Russia Unita, solo tre settimane fa, alle elezioni per la Duma.

E’ evidente che la richiesta dei manifestanti di rifare le elezioni cadrà nel vuoto, ma mira certamente a creare un clima di dissenso verso il potere di Mosca, dopo un decennio di totale accettazione da parte dell’opinione pubblica di qualsiasi fatto e atto del sistema politico.

Ma Putin vanta ancora un punto in suo favore che non gli potrà essere sottratto né dagli appelli di Gorbacev, né dalle piazze gremite: la leadership. Non esiste alcun altro leader alternativo. Non si potrà certamente pensare che alle presidenziali possano insidiarlo qualche blogger di punta o qualche eccentrico magnate, che dovrebbe a sua volta spiegare come ha costruito le immense fortune su cui siede. A marzo vincerà Putin, perché contro di lui non esiste un leader credibile.

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