I grandi ai fornelli: il marchese di Béchamel e il re polacco inventore del babà

Oggi il nostro percorso all’indietro nella storia, alla ricerca di personaggi appassionati e amanti della buona tavola e della cucina, ci porta intorno alla metà del 600 – e più precisamente alla corte del re Luigi XIV – per scoprire e conoscere meglio il marchese di Béchamel.

Ricco, bello, “tombeur de femmes” ma anche buongustaio, il nostro personaggio era pieno di titoli e incarichi e, tra questi, quello di maître del Re Sole. E fu per puro caso che, mentre cucinava per il re, unì farina e burro ad un trito di cipolla, scalogno e prezzemolo e poi diluì il tutto con un po’ di panna: da allora, la salsa che ne risultò – la besciamella, che prese appunto il nome del suo inventore – rimase immortale nella storia della cucina. Con il tempo è stata anche trasformata spesso e arricchita di varianti, dando vita ad altre salse particolari come ad esempio la salsa soubise e la salsa mornay. Ancora oggi la besciamella si accosta molto bene a tanti piatti come timballi, sformati, gratin e tutto ciò che deve essere ammorbidito e legato ad altri ingredienti senza però aver alterati i sapori.

Altro personaggio dell’epoca, con una curiosità culinaria davvero particolare, è il re di Polonia Stanislao Leszczynski che, dopo essere stato esiliato, si rifugiò in Francia e divenne il suocero di Luigi XV.

Buongustaio, cuoco provetto e amante degli alcolici, a lui si deve l’invenzione di uno dei più famosi dolci della gastronomia campana: il babà! Si narra infatti che, non riuscendo a masticare un kugelhupf,  un dolce tipico francese, perché troppo asciutto decise di intingerlo nel rum quando era ancora caldo. Sorpreso ed entusiasta dalla bontà di questo incrocio gastronomico, decise di ispirarsi per il nome ad uno dei protagonisti del suo libro preferito – Le mille e una notte – e di chiamarlo Alì Babà. Da subito il dolce ebbe grande approvazione in Francia e successivamente nel Regno di Napoli, dove venne portato dai cuochi francesi che venivano assunti dai nobili e dove venne poi ribattezzato con il nome che tutt’ora porta: babà.

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