Asus Transformer Prime: risponde alle critiche Asus Italia

Negli ultimi tre giorni sono venuti a galla diversi problemi relativi ad Asus Transformer Prime che francamente rendono questo device decisamente meno interessante rispetto a prima: sullo scarso funzionamento del sensore GPS e sulla durata della batteria non così eccezionale come dichiarato dal costruttore si può anche sorvolare, ma sul bootloader bloccato non si può far finta di niente: questa scelta da parte di Asus va a impedire la personalizzazione del device, uno dei motivi principali che invoglia le persone ad acquistare un device dotato del s. o. mobile di Google.

Comunque in una nota pubblicata direttamente sulla propria pagina di Facebook, Asus Italia ha risposto ai vari quesiti che sono stati sollevati in questi giorni. La società si è espressa in questi modi: “…La durata della batteria è in linea con quanto promesso. Ovviamente questo parametro dipende fortemente dalle condizioni di utilizzo e l’autonomia massima è sempre riferita a un uso “light” con tutti i sistemi di risparmio energetico attivi.

Sul GPS è errato paragonare un prodotto come Prime ad uno smartphone. Innanzitutto perché gli smartphone utilizzano la connettività 3G per scaricare la tabella con la posizione dei satelliti e quindi identificare più rapidamente i satelliti. Cosa che può anche fare anche Prime via WiFi, ma solo quando è connesso. In secondo luogo perché Prime non nasce come Car Navigator, né ci immaginiamo che gli utenti lo usino mentre camminano per le strade della città, alla ricerca di una via o di un negozio. Per quelle cose ci sono appunto gli smartphone.

Infine discorso root: la nostra posizione a riguardo è semplice. Il prodotto è garantito così com’è. Firmware differenti che alterino le funzionalità di base del prodotto o spingano l’hardware oltre le frequenze standard fanno decadere la garanzia e rischiano di compromettere l’affidabilità e il buon funzionamento del prodotto stesso…”

Il problema della garanzia non si pone in quanto un utente deve essere libero di decidere se personalizzare il suo device come meglio crede oppure tenerselo così come l’ha comprato. Se per personalizzare il tablet bisogna rinunciare alla garanzia, ben venga (d’altronde è sempre stato così), ma adottare una chiusura in stile Apple non è assolutamente positivo per la filosofia Android.

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