Caro auto: in 20 anni la spesa è aumentata del 98%

Auto quanto mi costi. Mantenere un auto oggi costa un occhio della testa, o meglio il 98% in più rispetto a 20 anni fa.
Lo rivela un’indagine del Centro Studi Auto Aziendali che passa al vaglio il costo dell’auto degli ultimi 20 anni, paragonando quanto costa acquistare e mantenere un oggi rispetto a due decenni fa. Dal 1991 ad oggi il prezzo su strada di un’auto media a benzina è aumentato del 98,9%. Se da un lato l’aumento della voce di acquisto sarebbe giustificato dal miglioramento delle prestazioni e della sicurezza delle auto, l’aumento delle voci di spesa relative alla manutenzione dell’auto non trova giustificazioni.

“La crescita del prezzo – fa sapere il Centro Studi Auto Aziendali – su strada di una vettura media in misura superiore al tasso di inflazione di quasi 20 punti percentuali in venti anni trova giustificazione nel fatto che la qualità, le caratteristiche di sicurezza e gli equipaggiamenti di serie hanno subito negli ultimi vent’anni un formidabile miglioramento quantitativo e qualitativo che giustifica ampiamente un incremento del prezzo superiore all’inflazione di circa un punto all’anno. Ben diversa è la situazione per le principali voci di spesa. Il bollo è infatti cresciuto del 216,1% e non si può certo dire che questo incremento sia commisurato ad un miglioramento dei servizi prestati agli automobilisti”.

Bollo a parte, a subire l’impennata maggiore negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi giorni è il carburante. Ma non solo. Nel mirino del caro spesa anche gli pneumatici: “Un incremento decisamente superiore a quello dei carburanti si è avuto nel ventennio considerato per gli pneumatici. L’esborso per gli automobilisti è infatti aumentato del 157,1% contro il 70,5% della crescita del livello generale dei prezzi al consumo. Come per l’auto, le ragioni del forte incremento del costo per gli pneumatici sono da ricercarsi nella fortissima innovazione tecnologica che ha investito il settore con conseguenze positive sulla sicurezza della circolazione e sui consumi di carburante e che ha fatto sì che un pneumatico di oggi non sia neppure lontanamente paragonabile a uno di vent’anni fa”.

Infine, anche l’impennata Rc Auto non trova fondamento: “Un incremento che non trova invece alcuna giustificazione è quello dei premi dell’assicurazione Rc auto a cui va la palma del rincaro. Nel periodo considerato i premi medi per l’Rc auto sono aumentati di ben il 487,4% ed in particolare l’impennata si è verificata a partire dalla liberalizzazione delle tariffe del 1° luglio 1994, che avrebbe dovuto far calare il costo per gli automobilisti grazie alla concorrenza fra gli assicuratori, ma che, invece, ha lasciato spazio ad un effetto del tutto opposto. Tra l’altro, il livello esorbitante dei premi di assicurazione, che non trova riscontri né in Europa né nel mondo, si è verificato nonostante che fra il 1991 e il 2010 il numero dei morti per incidenti stradali in Italia sia calato del 38%”. I rincari non avrebbero però contagiato manutenzione e riparazioni che addirittura sarebbero calate del 3,8%. Merito dell’affidabilità crescente delle auto che richiedono sempre meno interventi riparatori.

Impostazioni privacy