Inflazione 2012: rischio effetto trascinamento

Stando ai dati provvisori Istat, a dicembre 2011 in Italia l’inflazione su base mensile, ovverosia rispetto a novembre, è aumentata dello 0,4%, mentre su base annua l’incremento è stato di +3,3%. L’aumento congiunturale è ampio ed è frutto, secondo l’Ufficio Studi della Confcommercio, di alcuni fattori stagionali e, soprattutto, dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici che ha avuto immancabili ripercussioni sui maggiori costi di trasporto. Insomma, l’aumento di accise e addizionali ha generato, per quel che riguarda i carburanti, quegli effetti attesi sull’indice dei prezzi al consumo; con la conseguenza che ora, riguardo all‘inflazione 2012, secondo la Confcommercio si rischia un effetto trascinamento, ovverosia che i prezzi continuino a correre in maniera sostenuta anche nei prossimi mesi.

Intanto l’Adoc in data odierna ha fatto presente come a consumi costanti si stima che l’inflazione “reale” sia al 6%. Il che significa che le famiglie sulla spesa quotidiana stanno ulteriormente stringendo la cinghia abbattendo i costi del 10% a fronte, nello stesso tempo, di un contestuale inasprimento di prezzi e tariffe legate alle spese obbligate.

Dove andrà l’Italia di questo passo? Ebbene, secondo il presidente dell’Adoc, Carlo Pileri, senza un cambio di rotta si va verso un’economia delle baracche, con la desertificazione commerciale delle città, e con le famiglie che a causa della povertà si sposteranno per vivere non più in periferia, ma direttamente nelle campagne! D’altronde i recenti dati dell’Istituto Nazionale di Statistica sulle famiglie che in Italia sono a rischio povertà sono preoccupanti, e dovrebbero allo stesso modo preoccupare chi ci governa.

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