Governo: sulle indennità possono intervenire solo le Camere

Palazzo Chigi, tramite una nota diffusa oggi, ha fatto sapere che solo le Camere possono intervenire sulle indennità dei parlamentari.  Non esistono poteri sostitutivi”, ha puntualizzato il Governo. Il chiarimento arriva dopo le polemiche in seguito al rapporto della commissione diretta dal presidente Istat Enrico Giovannini, incaricata di calcolare le retribuzioni medie dei politici italiani e quelle dei politici di altri sei paesi europei. I parlamentari italiani sono quelli che guadagnano di più, secondo risultati fin’ora ottenuti. 

Eccovi riportata la nota di Palazzo Chigi:  “In relazione al titolo di un quotidiano secondo il quale, in caso di inerzia del Parlamento in merito ai trattamenti economici dei senatori e dei deputati, interverrebbe il governo, la presidenza del Consiglio fa sapere che la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi in materia”.

Il presidente del Consiglio, Mario Monti, si è incontrato ieri sera con Giovannini, proprio per parlare dello studio al quale lavora la commissione: Monti ha dichiarato che il governo avrebbe tenuto “conto dei risultati della commissione per le successive determinazioni di propria competenza”. Il problema è che a Giovannini potrebbero non bastare i risultati ottenuti dalla commissione. “La commissione è composta da esperti, anche internazionali, che non hanno interessi particolari in questa questione e sono al servizio dello Stato e hanno fatto del loro meglio. E’ stato un lavoro di tipo tecnico. La legge ci imponeva una scadenza, noi l’abbiamo rispettata pubblicando quello che ritenevamo pubblicabile ancorché, come alcuni giornali hanno correttamente riportato, con una serie di note metodologiche molto dettagliate”. Giovannini ha specificato: “Noi dobbiamo fornire i dati di base e calcolare le medie retributive degli altri Paesi. Cosa che, per ora, non abbiamo fatto perché ci sono così tante differenze e variabili che in alcuni casi è addirittura rischioso ipotizzare tetti retributivi

“Il punto è se queste informazioni possano essere sufficienti – parliamo dei parlamentari – per assumere delle decisioni. Noi crediamo che, al di là del fatto di calcolare una media aritmetica ponderata come dice la legge, che deve essere calcolata su dati perfettamente comparabili, le informazioni fornite possano essere di ausilio a chi deve prendere decisioni. I dati sono sufficienti non solo per dibattere nella pubblica opinione ma anche per prendere decisioni da parte di chi queste decisioni le deve prendere”, ha concluso il presidente dell’Istat.

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