Marchionne: “Resto in Fiat almeno fino al 2015”

L’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, ha dichiarato che resterà come numero uno dell’azienda torinese almeno fino al 2015. In attesa del completamento della fusione fra Fiat e Chrysler, Marchionne ha chiaramente detto di non aver alcuna intenzione di mollare: “Non accadrà nulla fino a dopo il 2015, a meno che io non venga investito da un autobus”.

Per il 2015 sarà completata la fusione, saranno collocate sul mercato una quota di azioni Chrysler e sarà eventualmente scelto un successore per la carica di amministratore delegato. A detta dello stesso Marchionne :«Abbiamo messo a punto un’organizzazione che ha due obiettivi, uno è preparare il mio successore e l’altro è sopravvivere a me».

Le interessanti dichiarazioni precedenti sono state rilasciate da Marchionne al “Detrois Free Press”, in vista dell’apertura dell’importantissimo Salone dell’Auto di Detroit. Dopo periodi molto duri, pare che Chrysler si stia rilanciando sul mercato, mentre la Fiat non riesce ancora ad uscire dal pantano della crisi, interna ed esterna, nel quale incespica da molti mesi.

Le novità più succose per la Chrysler sono attese per l’anno prossimo, quando la compagnia gemella della Fiat rilascerà ben otto nuovi modelli. Nel 2012 se ne attende solo uno, ma di estrema importanza: la Dodge Dart sarà il primo modello Chrysler con tecnologie Fiat. Con i nuovi modelli sarà una prassi, ma la nuova Dart sarà la prova del fuoco. Previsto per il prossimo anno anche il ritorno dell’Alfa Romeo nel mercato statunitense. Marchionne prevede di passare dai 2 milioni di auto Chrysler che ci si aspetta vengano vendute quest’anno, ad almeno 2 milioni e 800 mila previste nel 2014.

Le cifre per adesso sono incoraggianti: Chrysler è tornata all’utile per 600 milioni di dollari, aumentando le sue vendite del 26%. Per il giornale della Mo-Town, Fiat è riuscita nell’impresa di rivitalizzare una compagnia come Chrysler, data per spacciata nel 2009, creando anche numerosi posti di lavoro. Per Marchionne il peggio è passato: «Adesso si tratta di eseguire piani piuttosto ben tracciati».

Per la Fiat, però, Marchionne prevede ulteriori cambiamenti, come quello della sede centrale, che potrebbe spostarsi a Detroit o nell’America Latina. «L’attaccamento emozionale al proprio paese come produttore deve essere ripensato. Questo non significa tradire nessuno, significa crescere, come quando i ragazzi vanno via di casa. Questo non vuol dire che non ci vogliono più bene. Vuol dire che faranno delle cose e vivranno da soli. Ritengo che per gli affari sia la stessa cosa», ha dichiarato Marchionne.

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