Confindustria e il ritorno al passato: di nuovo all’attacco dell’articolo 18?

Sembrano già lontani in tempi in cui Confindustria e Sindacati si trovavano spesso sulla stessa lunghezza d’onda, uniti nel criticare l’operato insoddisfacente del governo Berlusconi. Oggi invece mentre Cgil, Cisl e Uil cercano di trovare la quadra per presentare proposte condivise al governo Monti nella trattativa sulla riforma del mercato del lavoro, arriva un po’ a sorpresa un nuovo attacco all’articolo 18 portato avanti direttamente da Emma Marcegaglia. Definita come una “anomalia italiana”, secondo la leader degli industriali la sanzione del reintegro (a fronte di un licenziamento ingiustificato) esisterebbe solo “formalmente” anche in altri stati europei, in quanto “sostanzialmente” non verrebbe applicata. Una tesi abbastanza curiosa, quindi, e tutta da approfondire in quanto confonde e mischia la normativa con la consuetudine.

Nel preparare i documenti da portare all’incontro col ministro del Lavoro Elsa Fornero, la Marcegaglia aveva quindi annunciato che sul tavolo sarebbe stata messa “senza alcuna ideologia” non solo la questione della mancanza di flessibilità in uscita che il sistema italiano avrebbe, ma anche contestata l’esistenza di una eccessiva flessibilità in entrata: “Ho sentito parlare la Cgil di 45 forme contrattuali per l’assunzione ma non è assolutamente così, sono 15-16 in linea con l’Europa”.

Una posizione che sembra appannare le esternazioni apparentemente molto più morbide e concilianti che la stessa presidente di Confindustria aveva fatto qualche mese fa, e che non ha mancato di suscitare immediate reazioni negative da parte della Cgil, che dal suo profilo sul social network Twitter ha fatto partire una dura replica: “Come si fa a dire che l’art. 18 è anomalia? Ma per caso Confindustria ha intenzione di far fallire la trattativa con il governo?“. E’ sembrato quindi abbastanza maldestro questo intervento “a gamba tesa” nel già difficile confronto tra governo e sindacati, specie in un momento in cui la leader della Cgil, Susanna Camusso, in vista dell’incontro di venerdì mattina con Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti aveva così lanciato segnali distensivi sia agli altri sindacati che alla controparte governativa: “Ci sono temi forti sui quali sembra esserci sintonia, a partire dalle posizioni espresse sulla riforma del mercato del lavoro, la riforma fiscale, il giudizio sulle pensioni e più in generale quello sulla manovra” .

Nella tarda serata di ieri, al termine dell’incontro con la titolare del Welfare, la presidente di Confindustria ha comunque diffuso segnali concilianti, dichiarando che l’atteggiamento avuto nel colloquio è stato “costruttivo, responsabile, aperto a 360 gradi” e, ricordando anche le richieste venute dall’Unione europea, la Marcegaglia ha così terminato: “Sarebbe fondamentale arrivare a un accordo intelligente e utile sul mercato del lavoro”.

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