Prezzi carburanti: effetto valanga sui costi di produzione

Un aggravio di spesa, anno su anno, pari a 150 euro per arare un campo di medie dimensioni. 120 euro di costi di produzione extra per la trebbiatura dei cereali o per la semina. Ed ancora quasi 400 euro di costi in più su base annua per chi deve utilizzare la vendemmiatrice. Sono questi, per l’agricoltura italiana, i maggiori costi che il comparto deve sostenere a causa dell’impennata record dei prezzi dei carburanti. A fornire questi numeri nella giornata di ieri è stata la Coldiretti nel sottolineare come il caro-carburanti generi un vero e proprio contagio, un effetto valanga che va ad interessare i costi di produzione e, di riflesso, anche i prezzi finali per il consumatore.

Basti pensare che oramai un litro di benzina alla pompa costa per l’automobilista più di un litro di latte fresco, e lo stesso dicasi anche per un chilo di pasta. In un anno nel settore agricolo gli imprenditori per il carburante spendono quasi il 60% in più, con la conseguenza che i margini di reddito di assottigliano sempre di più.

Ad essere maggiormente penalizzate sono le aziende agricole che effettuano coltivazioni in serra di funghi, fiori ed ortaggi, ma anche nelle stalle, per il riscaldamento dei locali, e per essiccare i foraggi, i costi continuano ad aumentare a dismisura. A risentire di questa difficile situazione, come sopra accennato, sono poi anche i consumatori specie se si considera che oltre l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma, ovverosia con il trasporto stradale ed autostradale.

 

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