Crac Pellicano: custodia cautelare per Massimo Ponzoni

Massimo Ponzoni, ex assessore regionale della regione Lombardia, attualmente consigliere Pdl, ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare. Ad emetterla è stato il gip di Monza, Maria Rosaria Correra, nell’ambito dell’inchiesta sul crac della società “Il Pellicano”. La notizia colpisce duramente il Pdl, dato che l’ordinanza emessa contro Ponzoni è il terzo arresto ai danni di un politico del Pdl nella Regione Lombardia, nel giro di soli due anni. Prima di lui, nel dicembre del 2009 era stato arrestato l’allora assessore Pier Gianni Prosperini, per corruzione e turbativa d’asta e condannato a 3 anni e 5 mesi; il 30 novembre 2011 era toccato invece a Franco Nicoli Cristiani, vicepresidente del Consiglio Regionale, accusato di corruzione. L’ordinanza è già stata emessa, ma Ponzoni attualmente non si trova in Italia, ma all’estero, per motivi lavorativi.  Nell’ambito dell’inchiesta sono già stati arrestati anche Antonino Brambilla, vice presidente della provincia di Monza e Brianza, Franco Riva, ex sindaco di Giussano (sempre provincia di Monza e Brianza), Rosaro Perri, ex assessore provinciale e Filippo Duzioni, imprenditore bergamasco.

Massimo Ponzoni, importante consigliere Pdl al “Pirellone”, era già stato indagato. Infatti, nel 2010, si era trovato nel registro degli indagati per l’inchiesta sul fallimento della società immobiliare “Il Pellicano Srl”, dichiarata fallita dal tribunale di Monza. Le perdite della società registrate dal tribunale ammontavano a 600mila euro. Oltre a quella società, anche la società “Immobiliare Mais Srl” era stata dichiarata fallita, sempre nel 2010, sempre dal tribunale di Monza.

Gli accertamenti allora condotti hanno appurato il ruolo primario negli illeciti rivestito da Ponzoni, che è accusato di reati contro la pubblica amministrazione, concussione e corruzione. I reati di Ponzoni, secondo le dichiarazioni dei finanzieri, consistono nella sua capacità “di determinare, almeno in parte, i contenuti dei Pgt di Desio e Giussano, assicurando ad imprenditori a lui vicini (referenti di importanti gruppi societari) cambi di destinazione di terreni (da agricoli a edificabili), grazie ai legami influenti e al posizionamento di propri uomini di fiducia in ruoli chiave delle varie amministrazioni”, questi ultimi a loro volta accusati di corruzione.

Secondo gli inquirenti è Filippo Duzioni la vera figura chiave dell’indagine: proprio lui, che era a capo di un gruppo di aziende di consulenza, dirigeva le grandi somme di denaro ottenuto illegamente, tramite la corruzione.

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