Eurogruppo, intesa a metà su nuovo Fondo europeo

Si tratta dell’ennesimo fallimento del vertice europeo a Bruxelles, quello che si è tenuto ieri sera ed è proseguito anche in nottata. Non è stata trovata la quadra né sul capitolo ormai tragico della Grecia, il cui esame è rinviato per le prossime settimane, né sul nuovo Fondo europeo di salvataggio, l’Esm, che dal 2013 in poi dovrebbe sostituire l’Efsf, avendo caratteristiche di fondo permanente.

Alla vigilia dell’incontro, il Fondo Monetario Internazionale aveva invitato l’Europa ad aumentare la dotazione dell’Esm, in modo da avere un fuoco di sbarramento sufficiente a rasserenare i mercati. Sulla scia delle richieste di Washington, anche l’Italia aveva premuto per un suo aumento dagli attuali 500 miliardi a mille miliardi di euro.

Ma si erano fatti i conti senza l’oste. I tedeschi sono stati laconici: “non se ne parla”. Berlino ha solo aperto alla possibilità di anticipare i tempi per il versamento cash di 80 miliardi, mentre oggi si apprende che semmai sarebbe disposta solo ad accettare l’idea che l’Esm possa convivere per un certo periodo anche con l’attuale Efsf, in modo da arrivare a una dotazione complessiva di 750 miliardi. Tuttavia, la moneta di scambio che la Germania chiede è che sia inserita nei Trattati la regola vincolante sul pareggio di bilancio degli stati nazionali.

Qualche progresso lo si è registrato, invece, sul fronte dei compiti assegnati al nuovo fondo. Esso potrà acquistare i bond degli stati in difficoltà, erogare prestiti alle banche per la loro ricapitalizzazione e agli stati, in via precauzionale. Sarà necessaria l’unanimità per attivare il fondo, ma in caso di urgenza si potrà ricorrere a una maggioranza qualificata dell’85%, prevedendo però anche l’esenzione alla copertura per coloro che voteranno contro e con ciò andando incontro alle richieste della Finlandia.

 

 

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