Corsa contro il tempo per fermare l’emendamento leghista che vuole paralizzare internet

Ancora non si è spenta l’eco del discutibile episodio che ha portato alla chiusura da parte delle autorità americane del sito Megaupload.com ed all’arresto del suo fondatore, che già bisogna fare i conti con chi vorrebbe spostare il “teatro di guerra” anche in Italia. Qualche giorno fa il deputato leghista Giovanni Fava è riuscito a far approvare a larga maggioranza un emendamento riguardante internet, una norma che ricalca molto da vicino la famigerata legge “SOPA” che negli Usa è stata fermata all’ultimo momento, proprio a causa della indignata reazione del popolo americano, anche se tecnicamente si è trattato di un ritiro in attesa di revisione, e non di un vero e proprio accantonamento.

I principi ispiratori, sia della legge che viene caldeggiata dalle major dell’intrattenimento attraverso il Congresso (ed in particolare dei Repubblicani) così come dell’emendamento Fava sono simili e consistono principalmente nella eccessiva “responsabilizzazione” del fornitore del servizio.

Per sintetizzare, nella versione nostrana del testo che interviene nel recepimento della direttiva 2000/31/CE, si inserisce l’obbligo per il provider di rimuovere dei contenuti in presenza di un reclamo proveniente da qualsivoglia fonte, senza che per questo debba intervenire l’autorità giudiziaria. In secondo luogo, si introduce una vera e propria funzione di “vigilanza preventiva” sempre sulle spalle del fornitore dello spazio, in quanto nell’insorgere di contenziosi si ritroverebbe nella scomoda posizione di essere considerato “complice” di un eventuale malfattore (o presunto tale) se adottasse un comportamento tale da “agevolare la messa in commercio di prodotti o di servizi” di natura illecita. Insomma, una tale genericità che rischia di far instaurare una confusione ed un clima di terrore tali da impantanare, forse irrimediabilmente, tutte le attività svolte sulla rete. Dopo aver ammesso che il testo incriminato era “passato sotto il loro naso”, le forze politiche che sostengono il governo, insieme a Idv, hanno presentato una serie di contro-emendamenti per sopprimere quello di Fava. La mobilitazione è stata lanciata da associazioni come Libertiamo, Il Futurista, Articolo 21 e Agorà digitale, ed è riuscita a risvegliare un minimo di sensibilità sulla materia, contro quella che il deputato Udc Roberto Rao ha definito una norma “tipica degli Stati totalitari”, mentre il capogruppo Fli Benedetto Della Vedova ha parlato di azione superficiale da parte dell’esponente leghista, ispirata da quelle famose “buone intenzioni di cui sono lastricate le vie dell’inferno…”.

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Intanto nelle ultime ore, mentre l’onorevole Fava annunciava compiaciuto su Twitter che era negli Usa ad incontrare i sostenitori della SOPA, il suo sito cadeva vittima di attacchi del gruppo Anonymous.

questo link è possibile contribuire in modo un po’ più tranquillo alla questione, firmando la petizione per supportare le iniziative contro l’emendamento Fava. Un copione purtroppo già visto e rivisto, ma necessario per sventare i periodici attacchi che negli ultimi anni hanno minacciato l’esistenza della rete come oggi la conosciamo. Ed è un vero peccato che tra idealisti sostenitori della rete “anarchica” da un lato ed ottusi censori dall’altro, ancora oggi un dialogo costruttivo appaia impossibile.

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