Crisi risparmio gestito, -41 miliardi nel 2011

Il mese di dicembre è stato terribile per la raccolta del risparmio gestito, facendo andare ancora più in rosso un anno già negativo. La raccolta è stata, infatti, negativa per 9,5 miliardi, a causa del deflusso netto di 5,6 miliardi delle gestioni collettive e di 3,6 miliardi di quelle di portafoglio. Complessivamente, il deflusso delle prime si chiude a -30,6 miliardi e delle seconde a -10,1 miliardi.

Il risultato finale è, quindi, negativo per 40,7 miliardi, che il presidente e ad di Copernico Sim, Saverio Scelzo, ritiene sia frutto sia dell’instabilità dei mercati finanziari, ma soprattutto della fame di liquidità delle banche, che in questa fase stanno facendo concorrenza ai fondi, dirottando la clientela sui propri depositi o sulle proprie emissione obbligazionari, entrambi più allettanti in termini di rendimento.

Questo fenomeno si è già registrato nel 2008 e, pertanto, viene considerato transitorio, anche se il dato dovrebbe rimanere negativo per il risparmio gestito ancora per i prossimi mesi. Infatti, ora che la BCE ha abbassato i tassi ai minimi all’1% e offerto strumenti di liquidità a tre anni, le banche avranno sempre meno bisogno di liquidità, ma l’effetto positivo dovrebbe concretizzarsi nella seconda metà dell’anno.

Con l’esclusione di Mediolanum, a dicembre la fuga dagli investimenti ha riguardato in particolare tutti i grandi gruppi nazionali. In particolare, c’è da registrare l’emorragia dal comparto obbligazionario, per 2,6 miliardi solo il mese scorso e per 8,8 miliardi in tutto il 2011, mentre l’azionario chiude negativamente solo per 4,14 miliardi.

Chiudono in positivo, invece, i fondi chiusi (+2,34 miliardi) e i gestori di istituzionali (+281 milioni).

Si conferma, in generale, l’opinione errata tra i risparmiatori, per cui anche in tempi di crisi i gestori sarebbero più in grado di portare a casa risultati positivi per i fondi azionari, mentre c’è più sfiducia sull’obbligazionario.

 

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