Grecia, accordo creditori vicini. Ora rischia Portogallo

La Grecia sarebbe prossima a firmare un accordo con i creditori dell’Institute of International Finance, che raggruppa centinaia di investitori istituzionali, soprattutto, banche. Lo ha dichiarato il ministro delle Finanze, Evangelos Venezilos, e dello stesso avviso è il presidente di Deutsche Bank, Josef Ackermann.

Secondo le indiscrezioni, gli investitori sarebbero pronti ad accettare un “haircut” quasi del 70%, cioè il taglio del valore nominale dei titoli di stato in loro possesso, mentre la cedola dovrebbe avere un rendimento del 3,7%.

Solo così sarebbero recepite le indicazioni della UE, che desidera un rendimento medio in tutto il periodo al di sotto del 4%. Ricordiamo che i nuovi titoli avrebbero durata trentennale e sarebbero emessi in sostituzione dei bond in mano ai creditori.

Tuttavia, non ci sarebbe ottimismo sull’obiettivo di un rapporto tra debito e pil del 120% entro il 2020 per Atene. Si calcola, anzitutto, che il governo dovrebbe ancora aggiustare i conti di un paio di miliardi e che potrebbe essere necessario un prestito, mentre la BCE ha già fatto sapere che non farà parte dell’accordo, cosa che si tradurrebbe in un sostegno diretto ai suoi bond, impedita dai Trattati e dallo statuto.

Ma gli analisti scommettono per un altro crollo imminente, quello del Portogallo. Ieri, i titoli decennali hanno esitato un rendimento sul secondario del 15%, cioè 1.300 punti base in più di quelli tedeschi. Il timore degli investitori, infatti, è che il Portogallo segua lo stesso percorso della Grecia, a causa delle difficoltà a raggiungere gli obiettivi di bilancio.

Quest’anno, la recessione è attesa del 4% del pil, mentre si dubita sulla capacità del governo di fare scendere il deficit dal 5,9% al 4,5%. Per questo, molti credono che Lisbona abbia bisogno di ulteriore liquidità per 30 miliardi, dopo il piano di aiuti già varato lo scorso maggio 2011 da 78 miliardi. E il timore vero degli investitori è che si vada verso un haircut del 40%, sull’esempio di quanto già fatto dalla Grecia.

 

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